Roberto Melis si batte per un futuro migliore. Il Segretario Nazionale della CONSIPE ha organizzato un sit-in di fronte al carcere di Uta per far sentire la voce della polizia penitenziaria.

  Una manifestazione che ha avuto eco importante. Un risalto anche a carattere nazionale. Grazie all’abnegazione di Roberto Melis, sempre attivo Segretario Nazionale della CONSIPE, il quale ha organizzato tutto nei minimi dettagli. “C’è stata solo una variazione della location all’ultimo momento.-ha detto Roberto Melis-Dovevamo andare davanti al Provveditorato, ma poi, a causa del G7 in corso di svolgimento a Cagliari, ci hanno chiesto gentilmente di spostarci e ci siamo ritrovati davanti al carcere di Uta”. Ed in effetti, la casa circondariale vicino Cagliari è la più capiente, quanto a presenze di detenuti, assieme a quella di Sassari. Ancora Roberto Melis: “La manifestazione è andata benissimo, tra l’altro abbiamo inserito la diretta dell’evento in tutti i nostri canali social ed era presente tutta la stampa regionale. Anche perchè è stato un incontro che è andato avanti in simultanea a livello nazionale. 

  È stato messo in piedi il tutto a settembre perchè è definito un mese blu, il nostro colore come polizia penitenziaria. Ci sono tanti problemi sul tappeto, a partire da quello che tocca i detenuti psichiatrici, i quali sono di difficile gestione. Ciò è stata una conseguenza della chiusura degli edifici come i manicomi, che hanno travasato verso di noi questi detenuti. Noi chiediamo fortemente che vi sia un definitivo stop alle aggressioni che subiamo quasi quotidianamente. I nostri dipendenti non possono uscire di casa la mattina senza sapere se poi ne faranno ritorno. Vogliamo rispetto per la nostra incolumità”. Quindi Roberto Melis allarga il campo: “Chiediamo inoltre che la polizia penitenziaria venga comandata da un uomo in divisa, alle strette dipendenze del gabinetto del ministro. Ed inoltre un appello alla politica, in modo che si provveda a costruire nuove strutture per riuscire ad ospitare in maniera più confortevole i detenuti, i quali devono avere diritti, ma anche doveri”.

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