In una borgata di Sassari, la democrazia trova casa, letteralmente. Per le elezioni regionali del 25 febbraio, e quelle europee, i residenti di Biancareddu, frazione dell'hinterland sassarese, esprimeranno il loro diritto di voto in un luogo insolito: l'appartamento di signora Maria, pensionata dal cuore grande.
La vicenda, degna di nota per l'originalità della soluzione adottata, si svolge su uno sfondo di disagio logistico: l'ex scuola elementare, solito punto di ritrovo elettorale, è temporaneamente fuori uso, vittima di un restyling da 170mila euro. La prospettiva di una borgata priva del suo seggio ha spinto alla ricerca di alternative, culminata nell'ospitalità della signora Maria.
"Quando la nostra associazione mi ha prospettato questo eventuale disagio non ci ho pensato due volte, garantendo la disponibilità di alcuni locali di mia proprietà. Sono contentissima quindi del buon esito della vicenda", ha dichiarato la generosa padrona di casa, trasformando un atto di civismo in una piccola festa della democrazia.
La scelta di trasformare una casa privata in seggio elettorale è un'eccezione che, pur nella sua stranezza, testimonia la resilienza di una comunità intenzionata a non rinunciare alla propria voce, anche di fronte alle difficoltà pratiche. In un angolo di Sardegna, la partecipazione democratica si fa domestica, dimostrando che l'essenza del voto risiede più nel gesto che nel luogo.
Biancareddu diventa così teatro di un voto 'atipico', ma estremamente significativo, dove l'impegno civico di una pensionata garantisce ai suoi concittadini la possibilità di partecipare alle scelte che determineranno il futuro della loro regione e, più in larga scala, dell'Europa. Un piccolo grande esempio di come, anche nei contesti più impensati, la volontà di partecipazione trovi sempre una strada.