Le imprese sarde investono in digitale, ma troppo poco. Nel 2024 sono state 1.161 le aziende che hanno puntato su tecnologie innovative, modelli organizzativi e processi aziendali. Un timido +0,4% rispetto all’anno precedente. Poco, soprattutto se confrontato con la Basilicata (+3,1%) e la Sicilia (+2,4%).
L’analisi arriva dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna su dati Istat. E il quadro non è lusinghiero: il 30,9% delle piccole imprese ha introdotto un’innovazione di prodotto, il 50,2% un’innovazione di processo. Solo il 29,3% ha investito in formazione del personale, con l’Isola terz’ultima in Italia. Sul mercato regionale è quasi impossibile reperire figure con alte competenze digitali: introvabili nel 52,7% dei casi.
Un dato che fotografa il ritardo. Le imprese artigiane che usano l’intelligenza artificiale con dipendenti non arrivano a 1.200. E i brevetti depositati calano: 7 nel 2023, contro i 12 del 2022. Un -43% che spiega meglio di mille convegni perché l’innovazione da queste parti arranca.
«Negli ultimi anni le imprese hanno compiuto progressi anche se ancora insufficienti per affrontare crisi e nuovi mercati – osserva Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – quindi è evidente quanto sia ancora fondamentale sostenere le attività produttive nel loro percorso quotidiano di innovazione, rinnovamento e ricerca».
L’allarme è chiaro: «Non è più tempo di chiedersi se sia conveniente innovare – rimarca il presidente – oggi la vera domanda è: qual è il costo del non farlo? Le imprese che rimandano la transizione tecnologica stanno già affrontando conseguenze significative in termini di perdita di competitività».
I dati nazionali raccontano un Mezzogiorno che prova a muoversi. Il 35% delle imprese meridionali ha in programma investimenti 4.0 nei prossimi tre anni, più della media italiana (32,8%). Ma tra le imprese femminili la percentuale cala al 30%. Meglio le manifatturiere (40,6%) e, ovviamente, le grandi aziende (67,6%).
Il problema è sempre lo stesso: mancano le competenze. Per il 27,7% delle imprese è l’ostacolo principale. Senza tecnici formati, la rivoluzione digitale resta sulla carta.
Il legame tra innovazione e ambiente, invece, regge. Il 37,9% delle piccole imprese che hanno innovato ha intrapreso azioni a basso impatto ambientale. Un segnale che non cambia il quadro generale, ma dimostra come l’innovazione possa andare di pari passo con la sostenibilità.
Per ora la Sardegna resta indietro. Le parole di Meloni sono un avvertimento: senza una strategia chiara, incentivi mirati e formazione adeguata, il rischio è che il treno del digitale passi ancora una volta senza fermarsi nell’Isola.