La giustizia non volge certo al termine al primo grado di giudizio.
Restiamo delusi dalla sentenza di condanna. Riteniamo di aver fornito al GIP davvero tanti elementi sufficienti ad affermare la totale innocenza del professore. E’ un processo complesso. Essenzialmente si fonda sulla dichiarazione della minore che - prima ancora di essere sentita dagli inquirenti secondo le linee guida - è stata più volte ascoltata da una psicologa che la aveva già in cura per altre vicende estranee al procedimento che ci occupa, e che non ha avuto le dovute precauzioni per ipotesi di questo tenore. Pertanto, si nutrono e si sono sollevati molti dubbi in ordine alla credibilità clinica prima ancora che sulla attendibilità delle dichiarazioni rese in incidente probatorio.
Inoltre, si è sollevata la questione della inesistenza dei messaggi portati all’attenzione degli inquirenti all’interno delle copie forensi prodotte agli atti di indagine. In ultimo, la persona offesa ha prodotto fotografie di schermi di un ulteriore telefono della bambina ignoto alle indagini e dopo l’avvenuta scelta del rito abbreviato. Tutte e tali questioni sono state portate all’attenzione del GIP. Si attende dunque di leggere le motivazione.
Faremo un deciso appello fiduciosi che la sentenza di condanna possa essere riformata. Preciso ancora che è stato negato il risarcimento alla parte civile costituita angeli del cuore, sulla cui costituzione perlatro, così come anche su quella dei genitori, e’ stata sollevata questione di nullità della procura alle liti depositata.
Durante le indagini sono state depositate centinaia di pagine di indagini difensive e sentiti testimoni ad opera del difensore, tutti versate in atti e che dovranno avere rilevanza in appello.
Emergono dall’esame dei telefoni in uso alla Minore, particolari di assoluta rilevanza tali da ripercuotersi sulla attendibilità delle dichiarazioni della medesima.
Sì ribadisce l’innocenza del puxeddu che nel frattempo ha la propria vita e reputazione rovinata
Infine si predica molta prudenza in coloro che oggi riempiono i giornali con l’euforia della giustizia fatta o che offrono commenti sull’operato del sottoscritto. Possono conservare le energie per il prossimo grado di giudizio.