25 Anni senza Faber: De André, il poeta maledetto che cantava gli ultimi e amava la Sardegna

  25 anni sono passati da quando Fabrizio De André, noto come Faber, ci ha lasciato, eppure sembra che il tempo non sia riuscito a sbiadire la sua figura, anzi l'ha avvolta in un'aureola di leggenda. L'uomo dalle cento sigarette al giorno, con una voce tanto ruvida quanto sensuale, continua a vivere nelle sue canzoni, trasudando di quella poesia maledetta che sapeva di strada, di mare, di rivoluzione. 

  De André non era solo un cantautore, era un poeta, un narratore di storie, un artista che ha saputo elevare la canzone italiana al rango di grande letteratura. Ma la sua era una letteratura scomoda, che si imbrattava volutamente con il fango degli ultimi, degli emarginati, dei perdenti. E proprio come loro, Faber era un outsider, un'anima libera che non si è mai piegata alle convenzioni. Particolare è stato il suo legame con la Sardegna, terra che ha profondamente influenzato la sua musica e la sua vita. In questa isola, De André ha trovato non solo ispirazione ma anche un luogo di pace e riflessione, un connubio perfetto tra la natura selvaggia e la cultura profonda che ha saputo interpretare e trasmettere nelle sue opere. Era un borghese "irregolare", un anarchico che cantava l'amore e la libertà con la delicatezza di chi conosce il dolore e l'ingiustizia. "Soltanto chi è davvero solo, è libero", diceva, e questa solitudine l'ha portato a diventare un maestro, un punto di riferimento per intere generazioni. 

  A 25 anni dalla sua scomparsa, la sua musica e le sue parole sono ancora un faro nella nebbia per chi cerca un senso in un mondo che spesso sembra averlo perso. De André non ci ha lasciato solo canzoni, ci ha lasciato un modo di vedere il mondo, di sentirlo e di viverlo. La Sardegna, con la sua storia, la sua cultura e le sue struggenti bellezze, ha fornito a De André un palcoscenico naturale per la sua arte, diventando una parte integrante del suo universo musicale e poetico. La sua assenza ci ha resi certamente più soli, ma la libertà di pensiero e di espressione che ha incarnato e trasmesso attraverso la sua arte ci rende in qualche modo più liberi. Fabrizio De André non è solo un ricordo, è un'eredità viva, pulsante, che continua a interrogarci, a sfidarci, a ispirarci.

Cronaca

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