L'ombra lunga dell'anonima sequestri

  Negli anni '70, un fenomeno nefasto si insinuò nelle pieghe silenziose della società italiana, soprattutto in Sardegna. Era l'epoca in cui "Anonima Sequestri" divenne un termine ricorrente nelle cronache giornalistiche, un'etichetta sinistra per descrivere un'ondata di sequestri di persona che si diffondeva come un'ombra cupa sul paesaggio agropastorale italiano.

  La frequenza di questi rapimenti crebbe esponenzialmente, estendendosi dalla Sardegna alla penisola, in quelle regioni dove le comunità di immigrati sardi portavano con sé un frammento di questa inquietante tradizione. Il rapimento non era più un'eccezione, ma una pratica diffusa, che vedeva vittime innocenti strappate brutalmente dalla loro quotidianità.

  Uno dei casi più emblematici fu quello di Alfonso de Sayons, scomparso nel 1975. Il suo destino, rivelato anni dopo da un pentito, Giuseppe Buono, è di quelli che gelano il sangue: ucciso e dato in pasto ai maiali, una fine raccapricciante che sottolinea la crudeltà e l'indifferenza dei suoi aguzzini.

  Non si può dimenticare il caso della Primula Rossa, Graziano Mesina, o il rapimento di figure note come Fabrizio De André e Dori Ghezzi, e quello drammatico del piccolo Farouk Kassam. Ogni storia racconta un calvario personale, come quello di Titti Pinna, che riuscì a sfuggire ai suoi carcerieri con una semplice forchetta, trovato poi in condizioni disumane.Nella penisola, il caso di Giuseppe Soffiantini scosse profondamente l'opinione pubblica. Rapito dalla sua villa di Manerbio, Soffiantini subì un calvario di 237 giorni, durante i quali gli fu amputato un lembo dell'orecchio e fu pagato un riscatto esorbitante di 5 miliardi. 

  La vicenda si macchiò ulteriormente con l'omicidio dell'ispettore dei NOCS Samuele Donatoni, caduto in uno scontro a fuoco con i sequestratori.

  Questi episodi, insieme a tanti altri, tracciano la storia di oltre mezzo secolo di barbarie, una storia segnata da morti innocenti e da un codice di omertà che ha soffocato grida di giustizia. Anche oggi, molte famiglie continuano a chiedere risposte, sperando che la luce della verità possa finalmente squarciare l'oscurità di questo capitolo tragico della nostra storia.

Cronaca

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