Luigi Pirandello e la “Sardegna Letteraria”: Sassari, maggio del 1902.

  La “Sardegna letteraria” è stato un periodico culturale italiano del novecento di grande interesse, stampato a Sassari per i tipi di Ubaldo Satta, in Via Caserma 4, che veniva pubblicato il 1°, il 10 e il 20 di ogni mese. La direzione ed amministrazione della “Sardegna letteraria”, si trovava a Sassari, in Via Cavour 3, e annoverava l’illustre Luigi Falchi come direttore responsabile. Sui numeri del periodico pubblicati l’1 e il 20 maggio del 1902, compaiono, tra gli altri, due interessanti scritti: il primo, è una vera e propria recensione sulla figura letteraria e le opere di un giovane Luigi Pirandello, firmata dalla penna dell’ispanista e traduttore italiano Alfredo Giannini; il secondo, è una poesia dedicatoria del Pirandello allo scritto del Giannini. 

  Intitolata come “Poeti nuovi – Luigi Pirandello”, l’articolo di Alfredo Giannini si compone di due pagine e mezza ricche di spunti e confronti, di specifiche e indicazioni che vanno dalla poesia al saggio, sino alla filologia e la glottologia. La struttura dello scrivere del Giannini, si forma più su di una critica dell’elogio del lavoro e dell’estro del Pirandello, ed è anche un messaggio per i colleghi del tempo, e al metodo con il quale si trattavano gli artisti emergenti: “Confesso che m’è sembrata sempre una preoccupazione vana quella di certi critici di voler cercare, in fatto di poesia e d’arte, sempre e soltanto il grande poeta e il grande artista, a quell’unico badare, se accada di scoprirlo, e insieme con gli inni levare noiose lamentele perché, come quello, non venga fatto di scoprirne una dozzina…”. 

  Da quelle parole di Alfredo Giannini, e in tutta la critica dedicata al poeta Luigi Pirandello, sembra quasi che venne tracciata quella rotta che una ventina d’anni dopo portò il Nobel per la letteratura tra le mani dell’illustrissimo letterato siciliano. Oggi, come lo era 100 anni fa, non è frequente trovare quella critica “dell’incitare ed elogiare” per coloro che un Nome ancora non l’hanno. La poesia “Tenui luci improvvise” del Pirandello, dedicata al Giannini, venne pubblicata sulla “Sardegna letteraria” il 20 maggio 1902; ed è davvero bello sapere che l’autore ha inteso rispondere al critico letterario con una poesia, e non con una lettera: un poeta, si sa, esprime meglio la propria gratitudine con i versi, con le reazioni simboliche delle proprie emozioni. 

“Rido se vedo un bimbo che la mano
schiuda nel vuoto 
credendo di posarvi un qualche oggetto; 
non rido più se noto 
che a me pur similmente 
accade che nel vano 
del tempo crolli ogni desio nascente, 
ogni nascente affetto. 

… - Vuoi darmi la manina? Ti ci metto 
un bacio. Or serra il pugno, stretto stretto; 
lesta, scappa se no! - 

La bambina, stupita, il pugno strinse 
e il bacio, dentro, vivo, ci sentìa. 
Si rinchioccì, presso la mamma: illusa 
e intenta, finché il sonno non la vinse, 
mi guardò, mi guardò, 
tenendo al petto la manina chiusa. 
Nel sogno un uccellin ne volò via...

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