Cagliari. La controinformazione (inutile) dell'assessore regionale alla Sanità della Sardegna, Armando Bartolazzi. Si è evidentemente convinto che la brutta fama del servizio sanitario pubblico isolano sia dovuta alla cattiva espressione del circuito mediatico sul tema. Per questo è sceso in campo per rispondere, direttamente o indirettamente, ai giornalisti che cristallizzano sui loro organi informativi le deficienze del sistema salute della Sardegna. Lo ha fatto l'altro giorno con l'Osservatorio, facendomi recapitare un suo post in cui affermava che si stanno valorizzando i "medici sardi". Con un atto (ancora da venire) dell'aggiornamento retributivo. Definito peraltro "storico" nell'approccio verbale al goffo tentativo di rappresentare una realtà irreale. Oggi Bartolazzi risponde direttamente sull'Unione Sarda (non è la prima volta) a Franco Meloni, il guru della sanità di cdx (Riformatori) che durante il 5 anni del governo sardista-salviniano era nel sistema che ha portato in un precipizio la sanità isolana. Purtroppo, l'Unione Sarda, anziché rivolgersi ad un tecnico almeno formalmente neutrale, si affida sfacciatamente ad uno dei giocatori in campo. Scelta editoriale discutibile, anche se legittima. Bartolazzi si difende dalle critiche di Meloni con un altro autogol. Dicendo sostanzialmente che sta facendo bene e che per vedere i risultati ci vuole tempo. Complimenti! Sembra quasi che ad approvare la sua azione nella Sanità sarda sia rimasto soltanto lui. Parli invece con i medici, che quotidianamente interloquiscono con l'Osservatorio. Non sprechi tempo con azioni mediatiche personali sterili. Si domandi quanti pazienti sardi leggano ad esempio il suo lungo argomentare sull'Unione di stamane. Ma forse più che a chi è alla ricerca affannosamente e, talvolta, disperatamente del diritto alla salute, il suo incedere controinformativo è rivolto, a mo' di giustificazione, agli addetti ai lavori. Ancora una volta sulla pelle dei pazienti sardi, senza un servizio sanitario (non da oggi) degno di un paese civile. Basta guardare i Pronto Soccorso. Mario Guerrini.