Sanremo 2025: la terza serata tra look da brivido e gag da dimenticare

  E anche la terza serata di Sanremo 2025 ce la siamo portata a casa, senza infamia e senza lode, o forse con qualche infamia sparsa qua e là sotto forma di outfit e gag di cui avremmo fatto volentieri a meno. Il Festival procede, il palco dell’Ariston continua a sfornare esibizioni che scivolano via come acqua sul marmo (forse con l’eccezione di Brunori Sas e Francesco Gabbani, che almeno hanno lasciato un piccolo segno), e gli abiti... beh, quelli meritano un capitolo a parte. Eccolo. Iniziamo con Edoardo Bennato, che a 78 anni decide di rispolverare una giacchetta argentata anni ‘70, dimostrando che il rock non ha età, ma il buon gusto forse sì. Carlo Conti, impeccabile come sempre nel suo "Usato Garantito", si presenta, sembra, con lo stesso completo di ieri: immacolato, stiratissimo, senza un difetto. Sarà un hologram? Un’entità mistica? Un esperimento della NASA? Il mistero resta. 

  Clara, invece, si è ispirata al Seicento, sfoggiando un abito con rigonfiamenti alle anche ma senza una gonna ampia a compensare: un esperimento sartoriale che ci fa domandare cosa avesse in mente lo stilista. Miriam Leone parte con un abito nero con palline attaccate ovunque: se avesse dimenticato le palline e si fosse strofinata le mani sul vestito, probabilmente si sarebbe fatta un peeling d’urto. Poi cambia e decide di diventare una meringa rossa con una scollatura che fa l’occhiolino al Fantasanremo. Perché non osare? Brunori Sas abbandona finalmente la giacca da ragioniere per un completo blu, che però sembra la versione economica di quello di Carlo Conti. Katia Follesa parte in nero elegantissimo con una generosa scollatura, ma poi passa al cosplay di Frozen con un abito che farebbe impallidire Elsa. Il terzo abito, invece, è così accollato che viene voglia di gridarle: "Le grazie le hai, non nasconderle più!". Elettra Lamborghini, regina dell’opulenza, nel primo abito sembra voler evocare Joan Collins in versione giovane e stretta in un corsetto che nemmeno una statua greca. Poi cambia e decide di gridare ricchezza ancora più forte, per chi non avesse ancora colto il concetto. Nel terzo abito si fa ispirare dal mondo lacustre: ninfa? Il dibattito è aperto. Sarah Toscano, invece, ha scelto un vestito con pantaloncini corti e leggings improponibili: una crudeltà visiva ingiustificabile. Massimo Ranieri, dopo il vestito bianco da gelataio, trova finalmente l’eleganza con un completo nero. Peccato che abbia almeno sei tonalità di nero diverse, una per ogni cambio di luce. Joan Thiele si presenta con la capigliatura da geisha e un vestito da vedova allegra, mentre Shablo e il suo team sembrano aver fatto un voto di austerità con un look total jeans senza pretese. Noemi punta tutto sul cosplay della Sirenetta: le manca solo la conchiglia sui capelli e siamo pronti per il live action. Olly, invece, opta per un maglioncino aperto da nonno e pantaloni almeno tre taglie più grandi: sembra aver frugato nell’armadio di un parente molto più anziano. 

  Victoria De Angelis (ospite dei Duran Duran) non sfigura nel suo look rock quanto basta, mentre Simon Le Bon pare abbia trovato una vecchia giacca di Amadeus abbandonata in camerino. I Coma_Cose ce la fanno, tranne per le calze rosse di lei, che gridano vendetta. Tony Effe, invece, si presenta in pelle su pelle: vestito in pelle, pelle nuda e tatuata. L’autotune gli copre almeno le corde vocali, ma tutto il resto è lì, senza filtri. I Modi, invece, si sono presentati tutti in rosa: pensavano forse di essere sul set di Barbie? Irama, per non essere da meno, entra con una maglia semitrasparente dall’effetto cartavetrata. Peccato che l’autotune copra ogni emozione. Gaia sembra aver litigato con un gatto inviperito, a giudicare dall’abito sbrindellato con cui si è presentata sul palco. Settembre, vincitore di Sanremo Giovani, ha optato per un look tutto in pelle tranne camicia e cravatta: pronto per l’ufficio... ma con un’anima rock? Alex Wyse, suo sfidante, invece, si è vestito da Braccio di Ferro. Evidentemente era una serata di cosplay. Ora aspettiamo la prossima serata, sperando che la moda diventi meno un attentato agli occhi e che almeno una gag ci strappi una risata vera e non un sospiro di rassegnazione.

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