Le origini e i segreti dei Mamuthones del Carnevale di Mamoiada

  Nel cuore della Barbagia, in Sardegna, si trova il piccolo paese di Mamoiada, conosciuto per una delle tradizioni più affascinanti e misteriose del Carnevale: i Mamuthones. Queste maschere, note anche come "visera", sono scolpite in legno nero lucido e ricoperte da "Sa Garriga", una serie di campanacci di varie dimensioni, che vengono indossate durante le sfilate carnevalesche. I Mamuthones indossano un abito di velluto scuro e una casacca di pelle ovina chiamata "sas peddes". Le scarpe, "sos hòsinzos", sono fatte a mano. Sul volto portano "sa visera", una maschera nera antropomorfa, mentre un complesso sistema di cinghie di cuoio sostiene un mazzo di pesanti campanacci sulla schiena e un carico di campanelle sul davanti. 

  Questi campanacci, che formano la cosiddetta "Sa Garriga", vengono fatti suonare attraverso movimenti ritmati, quasi dei saltelli, che i Mamuthones eseguono in sincronia. Il loro avanzare cadenzato e il frastuono dei campanacci creano un effetto ipnotico, avvolgendo lo spettatore in un'atmosfera antica e misteriosa. Durante il Carnevale, i Mamuthones si muovono a piccoli passi cadenzati, saltellando ritmicamente e scuotendo i campanacci in un rituale che sembra una danza tribale. Questo movimento sincronizzato crea un frastuono ipnotico, che secondo la tradizione avrebbe il potere di scacciare gli spiriti maligni e risvegliare la terra. Al loro fianco sfilano gli Issohadores, vestiti con abiti colorati e armati di una corda di giunco chiamata "sa soha". Gli Issohadores catturano simbolicamente membri del pubblico, specialmente giovani donne, come buon augurio per salute e fertilità. Le origini dei Mamuthones sono avvolte nel mistero. Una teoria suggerisce che il nome derivi da "Melaneimones", che significa "Facce Nere" in greco antico, mentre un'altra lo collega a "Mommotti", termine usato per spaventare i bambini, significando "Uomo Nero". Le maschere potrebbero risalire all'epoca nuragica, quando i riti propiziatori erano comuni. Secondo alcuni studiosi, i Mamuthones rappresenterebbero un antico culto dionisiaco introdotto dai popoli orientali, mirato a proteggere dalla malvagità e a invocare la pioggia. Altri credono che la tradizione rifletta antichi scontri tra Mori e Sardi, con i primi che sarebbero stati ridotti a schiavi, incarnati nelle figure dei Mamuthones. 

  Ogni anno, il 17 gennaio, in occasione della Festa del Fuoco di Sant'Antonio Abate, i Mamuthones fanno la loro prima apparizione, seguiti da altre sfilate durante il Carnevale. Questi rituali non sono solo una celebrazione del passato, ma una vibrante parte del presente di Mamoiada, mantenendo vive le tradizioni e affascinando chiunque abbia la fortuna di assistervi. Le processioni dei Mamuthones e degli Issohadores includono tre giri intorno alle pire votive accese in ogni rione e piazza del paese. Mentre i Mamuthones, con i loro passi pesanti, scuotono i campanacci, gli Issohadores, con movimenti più agili, catturano simbolicamente gli spettatori. Questo rituale è considerato propiziatorio, volto a garantire una buona annata e a proteggere la comunità. Per chi desidera approfondire ulteriormente questa affascinante tradizione, è possibile visitare il Museo delle Maschere Mediterranee di Mamoiada o partecipare alle celebrazioni del Carnevale. La tradizione dei Mamuthones non è solo un ponte verso il passato, ma anche un elemento vivo e dinamico della cultura sarda, capace di affascinare e coinvolgere ogni anno migliaia di visitatori.

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