Il bando nazionale per le guide turistiche 2025, promosso dal Ministero del Turismo, si sta rivelando un vero e proprio caso di scuola sulle criticità di una riforma mal concepita e gestita con superficialità, con ripercussioni pesanti sia per i candidati sia per la qualità stessa della professione.
Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche (ANGT), bloccando temporaneamente l’abilitazione delle nuove guide fino all’udienza di merito fissata per il 14 ottobre 2025. Questa decisione ha generato un clima di incertezza e confusione tra i quasi 30mila candidati iscritti, che si trovano a pagare una tassa di concorso di 10 euro ciascuno (oltre 290mila euro complessivi incassati dallo Stato) senza sapere se e quando potranno sostenere le prove.
Uno dei nodi più contestati riguarda il requisito del titolo di studio: il bando permette l’accesso con un semplice diploma superiore, mentre l’ANGT sostiene che sarebbe necessaria almeno una laurea triennale per garantire la preparazione adeguata. Questo abbassamento degli standard rischia di dequalificare la professione, che fino a oggi era riconosciuta per la sua alta specializzazione territoriale e culturale.
Il livello richiesto per la lingua inglese è fissato a B2, giudicato insufficiente dall’ANGT per poter interagire con un pubblico madrelingua e trattare contenuti complessi legati al patrimonio storico e artistico italiano. Inoltre, l’esame prevede prove troppo generiche, con un test a risposta multipla di 80 quesiti, un orale e una simulazione di visita guidata in italiano e in una lingua straniera a scelta, che non sarebbero adeguati a valutare le competenze teoriche e pratiche necessarie.
Il bando è stato indetto su base nazionale, contrariamente a una tradizione regionale che permetteva una selezione più mirata e coerente con le specificità territoriali. Il risultato è un enorme numero di candidati, che potrebbe saturare il mercato del lavoro per le guide turistiche, con il rischio concreto che molti neo-abilitati finiscano per lavorare in condizioni precarie e sottopagate, spesso per piattaforme online.
L’ANGT denuncia la sostanziale indifferenza del Ministero del Turismo alle critiche e alle proposte di modifica avanzate, costringendo l’associazione a rivolgersi al TAR per tutelare la qualità della professione. Questa assenza di confronto ha alimentato tensioni e un clima di sfiducia tra le parti, con conseguenze negative per l’intero settore.
Il bando nazionale per le guide turistiche 2025 appare come un pasticcio normativo e organizzativo che rischia di compromettere la reputazione di una professione storicamente di eccellenza in Italia. L’abbassamento dei requisiti, la gestione frettolosa e poco trasparente, e la mancanza di un reale confronto con le associazioni di categoria sono segnali di un sistema che non tutela né i candidati né il patrimonio culturale nazionale. L’auspicio è che, prima del 14 ottobre 2025, si possa intervenire per correggere queste storture, altrimenti rischiamo di assistere a una progressiva dequalificazione delle guide turistiche italiane, con gravi danni per il turismo e per la cultura del Paese.