Il Golfo dell’Asinara non è solo un’immagine da cartolina, ma un potenziale economico e sociale che da decenni resta incagliato tra divisioni e lentezze burocratiche. Oggi, dai sindaci di Sassari, Porto Torres, Sorso e Stintino — Giuseppe Mascia, Massimo Mulas, Fabrizio Demelas e Rita Vallebella — è arrivato un segnale chiaro: «Insieme per gestire il rilancio e lo sviluppo dell’intero sistema costiero del Nord Ovest Sardegna attraverso servizi e infrastrutture che consentano di superare quelle criticità che da decenni non trovano soluzione e impediscono a una risorsa come questa di diventare centrale per l’economia, l’occupazione e l’ambiente».
Un patto di ferro, inaugurato questa mattina a Palazzo Ducale, che supera i confini dei singoli municipi per ragionare come Rete metropolitana. Una strategia coraggiosa, che punta a mettere a sistema «una risorsa dal valore inestimabile, un’incompiuta su cui questa nuova generazione di amministratori locali e di politici ha il dovere di gettare le basi di una nuova fase di crescita e di benessere – come hanno detto Mascia, Mulas, Demelas e Vallebella – disegnando un nuovo modello socio-economico per il territorio sui principi della sostenibilità e del consolidamento di settori produttivi coerenti con le vocazioni del territorio».
Il punto di partenza è Platamona, emblema delle potenzialità ancora inespresse e nodo centrale delle discussioni di queste settimane. Tra trasporto pubblico, collegamenti e regia unitaria, la priorità è chiara: liberare energie pubbliche e private per costruire un progetto condiviso. «Servirà coinvolgere anche gli altri sindaci dell’area costiera, allargando il confronto alla Rete metropolitana al fine di affidare a quel soggetto istituzionale il compito di immaginare un comune destino turistico per il Nord Ovest Sardegna», spiegano i primi cittadini, lanciando una sfida che va ben oltre i confini comunali.
Resta da decidere quale forma dare a questo disegno ambizioso, un rebus sul quale si sono arenate in passato troppe amministrazioni. Ma su un punto i sindaci convergono: «L’unica cosa sicura è che occorre non pensare più a questo o a quel bene come proprio dell’amministrazione comunale o della comunità locale che lo ospita».
«Le divisioni hanno impedito sino a qui la soluzione di problemi che hanno necessità di nuovi approcci e nuovi rimedi – è la conclusione – serve una visione d’insieme che consenta a tutto il territorio di calarsi nella nuova dimensione metropolitana, adeguando a questo scopo servizi e infrastrutture».
Una dichiarazione d’intenti che sa di inizio di una marcia lunga, ma anche di un atto di coraggio politico: la Sardegna nordoccidentale è pronta a scommettere su se stessa, a patto di imparare finalmente a ragionare come un corpo unico.