«Lo denunciamo tempo: lo Statuto speciale della Sardegna deve smettere di essere un documento formale e diventare finalmente uno strumento concreto di autonomia. È di questi giorni l’ennesimo paradosso. Mentre lo Stato, attraverso l’Agenzia del Demanio, avvia operazioni per valorizzare – in realtà privatizzare – pezzi importanti del patrimonio pubblico in Sardegna, come dimostra il recente avviso su immobili di grande pregio storico e paesaggistico (dall’ex Intendenza di Finanza di Sassari alle batterie militari in Gallura, fino agli edifici nell’isola dell’Asinara), la Regione continua a essere esclusa dalle decisioni su beni che le spettano per legge di rango costituzionale. Non è solo una controversia patrimoniale, è una questione di sovranità regionale, di diritti, di dignità istituzionale. La Sardegna deve poter decidere sul proprio futuro e sul destino dei propri beni.»
Così Aldo Salaris, consigliere e segretario regionale dei Riformatori Sardi, a margine della seduta della Commissione Finanze di ieri mattina in cui è intervenuto l’assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica per fare il punto sul trasferimento dei beni dismessi dallo Stato alla Regione.
«Il tema del trasferimento dei beni demaniali e patrimoniali – previsto dall’articolo 14 dello Statuto – è cruciale per la piena attuazione della nostra autonomia. Eppure, a decenni dalla sua approvazione, di tanto in tanto allo Stato sfugge l’osservanza di un diritto costituzionalmente garantito.»
Un nodo sollevato già dalla precedente giunta quando Salaris era Assessore regionale: «Seguimmo, come Giunta, il caso analogo riguardante le case cantoniere sarde che sarebbero dovute essere riqualificate e trasformate in alberghi, ostelli e ristoranti per valorizzare i territori. Era il 2021 quando, come Regione autonoma, impugnammo il bando ANAS per l’assegnazione di 29 immobili lungo le strade dell’Isola, perché la società in oggetto si era dimenticato un punto fondamentale: lo Statuto, all’articolo 14, stabilisce che tutti i beni dello Stato che non svolgono più funzioni pubbliche e si trovano in Sardegna devono essere trasferiti alla Regione. Si tratta di un diritto dei sardi.
Per questo motivo – prosegue Salaris – i Riformatori stanno lavorando affinché le norme di attuazione dello Statuto siano scritte, così da aggiornare lo Statuto con una proposta concreta che riguarda anche altri settori strategici come acqua, energia, trasporti e beni culturali. Senza norme vincolanti e aggiornate, la nostra autonomia continuerà a essere solo una promessa tradita.
Oggi abbiamo chiesto che la Giunta regionale solleciti con urgenza la convocazione della Commissione paritetica prevista dall’articolo 56 dello Statuto per definire un piano organico di trasferimento dei beni. Altri territori a Statuto speciale hanno già ottenuto il rispetto delle loro prerogative attraverso la procedura delle norme di attuazione, così come previsto dal nostro stesso Statuto: non possiamo essere sempre gli ultimi.
Questa – conclude Salaris – non è una battaglia di partito, ma una battaglia trasversale, che riguarda tutti e che parla di giustizia, rispetto istituzionale e diritti dei sardi. Lo Statuto va attuato, non celebrato a parole, e soprattutto va integrato e attualizzato ai nostri tempi. Senza autonomia reale, la Sardegna non potrà mai essere davvero padrona del proprio destino.»