Todde e la sfida del super staff: Verso un'amministrazione più snella

  Nell'antro della politica sarda, dove le leggi assumono spesso l'aspetto di un minotauro da domare, Alessandra Todde, con lo spirito di Teseo, si prepara a ridisegnare il labirinto degli incarichi nella Regione. L'eredità lasciata da Christian Solinas, fatta di una legge sul "super staff" tanto discussa quanto contestata, non sarà cancellata con un colpo di spugna. Ma, come in un'opera di chirurgia fine, alcuni pezzi saranno conservati, altri accuratamente rimossi. 

  In un mondo dove l'efficienza sembra talvolta un'utopia, la presidente punta a una revisione "profonda", come a voler separare il grano dal loglio. L'obiettivo è chiaro: mantenere ciò che funziona, come la nomina del segretario regionale e dell'Ufficio legislativo, e scartare il superfluo, l'inutile, il "ridondante". Il pensiero di Todde corre veloce verso un'amministrazione più snella, lontana dall'idea del predecessore di frazionare ancora di più la burocrazia regionale con figure di vertice che finirebbero solo per ingarbugliare ulteriormente le dinamiche interne. In questa visione, gli staff scelti dai dodici assessori, gonfiati dalla legge Solinas, sono destinati a un dimagrimento forzato, con la promessa di una spesa ridotta a favore di una qualità superiore.

  Nel teatro della politica regionale, i nomi dei futuri assessori danzano come foglie al vento. Tra conferme e nuove entrate, l'attenzione si sposta sull'assessorato ai Trasporti, con l'avvocato Giovanni Dore che si profila come successore di Antonio Moro. E poi la Sanità, quel calice da cui tutti vorrebbero bere ma che pochi riescono a sorreggere, con una rosa di nomi che promette battaglia. Ma la vera partita si gioca su un terreno più ampio, dove il puzzle dell'efficienza e della razionalizzazione attende di essere composto. L'obiettivo di Todde è ambizioso: un governo regionale capace di navigare le tempeste con agilità e determinazione, senza farsi appesantire da incarichi superflui o da una spesa pubblica ingiustificata. 

  In questa storia che si snoda tra le pagine della politica sarda, ciò che emerge è il ritratto di una presidente che, con la prudenza di un navigatore esperto, cerca di tracciare una rotta sicura verso un'amministrazione più efficiente e meno onerosa. Il tempo dirà se questa nave riuscirà a raggiungere il porto desiderato o se le insidie del mare politico metteranno a dura prova la sua tenuta. Nel frattempo, l'equipaggio si prepara, i ruoli vengono assegnati, e la Sardegna osserva, speranzosa di vedere realizzata la promessa di un governo che sappia essere, allo stesso tempo, capace e leggero.

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