Tutela delle grotte e del patrimonio carsico: la Regione stanzia 730 mila euro per i progetti dei Comuni

Non si tratta solo di stalattiti e stalagmiti da ammirare durante una gita. Parlare di patrimonio carsico e speleologico significa parlare di identità, di scienza, di futuro. La Sardegna, terra che sotto la superficie nasconde un mondo sotterraneo di valore inestimabile, sceglie di difenderlo e valorizzarlo.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi, di concerto con l’assessore della Programmazione Giuseppe Meloni, ha approvato la delibera che programma le risorse per il 2025 destinate proprio a questo scopo. Si tratta di 730 mila euro che finanzieranno integralmente i progetti comunali risultati idonei al bando pubblico 2024, in attuazione della Legge regionale 7 agosto 2007 n. 4, e confermati dalle ultime Leggi di Stabilità e Bilancio.

Un segnale chiaro: la Regione mantiene fede agli impegni assunti e soddisfa tutte le istanze presentate dai Comuni. Iniziative che non si limitano alla mera manutenzione, ma mirano alla tutela, alla valorizzazione e alla fruizione sostenibile di un patrimonio unico per fragilità e ricchezza scientifica e culturale.

«Con questo intervento – dichiara l’assessora Laconi – soddisfiamo tutte le istanze inoltrate dai Comuni che hanno partecipato all’avviso e i cui progetti sono stati ritenuti idonei, confermando la volontà della Regione di promuovere un modello di sviluppo locale fondato sulla conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione attiva del patrimonio ambientale. Le grotte, i sistemi carsici, le cavità naturali della Sardegna sono luoghi unici, che meritano attenzione, cura e un approccio scientifico, responsabile e condiviso».

Non è semplice retorica ambientalista: le grotte e i sistemi carsici sardi non sono solo meraviglie da cartolina, ma veri archivi viventi della storia geologica e biologica dell’isola. E, come ricorda la Regione, servono conoscenza, rigore e partecipazione per custodirli.

L’intervento si inserisce in una strategia più ampia che abbraccia la ricerca, la sicurezza delle attività speleologiche, la promozione turistica e la cultura. Un puzzle complesso, che la Sardegna sta tentando di comporre con pazienza e coerenza, per non ridurre la bellezza del sottosuolo a un semplice richiamo turistico, ma trasformarla in un valore condiviso e duraturo.

Un passo, questo, che conferma come la vera modernità non consista nel costruire sempre nuovi contenitori, ma nel dare nuova vita a ciò che la natura ha già scritto, millennio dopo millennio, nel cuore della roccia.

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