Lunedì 24 marzo, i comitati di borgata e diverse associazioni ambientaliste hanno rotto il silenzio con un documento durissimo rivolto al sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, e all’intero Consiglio comunale. Nel mirino la gestione politica del progetto del treno a idrogeno e, in particolare, l’atteggiamento dell’amministrazione che — a detta dei firmatari — avrebbe rinunciato in partenza a difendere il territorio, “sdraiandosi ai comandi dei capibastone”.
“La pratica era troppo avanti”, avrebbe dichiarato il primo cittadino secondo quanto riportato nel comunicato, una motivazione bollata dai comitati come una scusa, utile solo a lavarsi la coscienza. Per i firmatari, non è accettabile che un’amministrazione comunale si limiti a produrre blande osservazioni senza tentare reali azioni di contrasto. “Siamo arrabbiati e indignati per come si possa offendere in questo modo un intero territorio”, scrivono.
Il documento, sottoscritto da sei comitati di borgata (Sa Segada-Tanca Farrà, Santa Maria La Palma, Maristella, Fertilia Arenosu, Comitato Zonale Nurra, Comitato Metrotranvia Sassari-Alghero-Sorso) e dalle sezioni sarde di Lipu e Italia Nostra, elenca una serie di passaggi che, secondo loro, avrebbero permesso un diverso esito, se solo l’amministrazione avesse agito con maggiore determinazione:
- La coalizione di centrosinistra oggi alla guida del Comune aveva nel proprio programma elettorale una posizione nettamente contraria all’opera, a favore della metrotranvia;
- Al momento dell’insediamento (giugno 2024), la procedura autorizzativa non era ancora formalmente avviata;
- Le continue richieste di rimodulazione del progetto, portate nelle sedi istituzionali e nelle assemblee pubbliche, sarebbero state ignorate;
- La Commissione Speciale, istituita su richiesta degli stessi comitati, sarebbe stata bloccata per settimane da tensioni interne alla maggioranza sulla sua presidenza;
- Il sindaco, accusano i comitati, non avrebbe mai trasmesso alla presidente della Regione, Alessandra Todde, una richiesta ufficiale di revisione del progetto, costringendo i cittadini a farlo autonomamente.
A fronte di questi elementi, i firmatari parlano apertamente di “silenzio e ostruzionismo” da parte dell’amministrazione, e pongono una domanda amara: “Alghero ha ancora un peso sulle scelte strategiche del proprio territorio o è terra di conquista di terzi?”.
Nel documento si richiama anche la responsabilità politica collettiva: si ricorda al sindaco che parte della sua maggioranza è composta dagli stessi esponenti del centrodestra algherese che oggi accusa, e che oggi, insieme a lui, “è responsabile” dell’esito della vicenda.
Infine, viene chiesto formalmente al presidente della Commissione Speciale, Giampietro Moro, di calendarizzare l’audizione dei comitati e delle associazioni, “senza tergiversare ulteriormente”.