Al porto di Cagliari, un grande falò simboleggia la resistenza e la determinazione dei pastori e degli agricoltori sardi. Da questa mattina, hanno portato i loro trattori in segno di protesta contro le politiche e i vincoli imposti dall'Unione Europea sulle produzioni agricole. Mentre molti manifestanti sono tornati a casa, un nucleo di circa un centinaio di persone ha deciso di rimanere, preparandosi a trascorrere la notte davanti al porto.
La loro decisione di rimanere non è solo un atto simbolico, ma una dimostrazione di impegno nella loro lotta. Per affrontare la notte, stanno pensando di montare delle tende all'interno di uno spazio protetto dai trattori, creando così un presidio notturno. Questa scelta riflette la gravità della loro situazione e l'urgenza di una risposta alle loro richieste. Oggi 31 gennaio è previsto un importante incontro: una delegazione si recherà presso Argea e Laore per discutere delle pratiche e degli aiuti previsti per le campagne sarde.
Questo appuntamento è cruciale per i manifestanti, che sperano di trovare soluzioni concrete ai loro problemi.
La protesta non si limita alla presenza fisica al porto. I blocchi a intermittenza delle merci in entrata e in uscita dallo scalo del capoluogo sardo sono una tattica per aumentare la pressione sulle istituzioni. I manifestanti, guidati da Roberto Congia e organizzati da Riscatto agricolo e Movimento pastori, esprimono una chiara sfiducia nei confronti dei politici locali, accusati di non aver agito efficacemente negli ultimi cinque anni. Il loro obiettivo è di dialogare direttamente con le istituzioni nazionali ed europee per trovare soluzioni immediate.
Questo presidio al porto di Cagliari non è solo una protesta, ma un segno di un profondo disagio che attraversa le campagne sarde. Gli agricoltori e i pastori chiedono attenzione e risposte concrete, e sono disposti a lottare giorno e notte per far sentire la loro voce.