A Sassari, nel tranquillo e ordinato cimitero gestito dalla ditta Altair, si profila all'orizzonte un evento che, pur nella sua naturalezza burocratica, non manca di evocare un certo senso di malinconia misto a realismo. Siamo di fronte a quella che potrebbe essere definita una 'pulizia primaverile', ma con un tocco decisamente più macabro: la cremazione delle salme a seguito delle esumazioni ed estumulazioni.
La ditta, con una meticolosità che farebbe invidia a un contabile svizzero, ha già informato tutti gli interessati, dai parenti diretti fino ai cugini di quarto grado. Tuttavia, nonostante le ripetute comunicazioni e avvisi, sembra che i congiunti di molte delle anime defunte abbiano deciso di adottare un atteggiamento che si potrebbe definire 'ostruzionista per negligenza'.
In alcuni casi, il destino ha giocato un brutto scherzo, rendendo impossibile rintracciare i parenti, lasciando così le povere salme in una sorta di limbo burocratico.
L'amministrazione comunale, in un tentativo di risolvere questa situazione kafkiana, ha deciso di pubblicizzare l'evento anche tramite il proprio ufficio stampa. Un elenco degno di un romanzo di Garcia Marquez, con i nomi delle salme destinate alla cremazione, è esposto nella direzione del cimitero, in attesa che qualche parente smemorato o distratto si faccia avanti.
Altair, nel frattempo, con un tono che sembra quasi un rimprovero verso i familiari dei defunti, sottolinea le implicazioni di questa noncuranza: la gestione delle rotazioni degli spazi cimiteriali ne risente, con un aumento dei costi di gestione che, ironia della sorte, ricadono sulla collettività vivente.
In questo teatro dell'assurdo, la permanenza delle salme oltre la scadenza della concessione non è solo un dettaglio macabro, ma diventa un problema logistico e finanziario, richiedendo la realizzazione di nuovi loculi e consumando spazio prezioso.
E così, nel cimitero di Sassari, si svolge una commedia umana silenziosa e surreale, un promemoria che anche nella morte, la burocrazia e il realismo pratico regnano sovrani. E forse, in un mondo sempre più veloce e dimentico, questo momento di riflessione forzata sulle pratiche cimiteriali ci ricorda che, nonostante tutto, la morte e la memoria restano temi da trattare con un certo grado di reverenza e rispetto.