Il caro-bollette sta prosciugando i bilanci dei Consorzi di bonifica e i ritardi nei pagamenti, da parte della Regione, costringe gli enti consortili ad accumulare debiti con le banche. E’ una tempesta perfetta quella che sta attraversando le campagne della Sardegna che potrebbe presto sfociare in clamorose manifestazioni di protesta. Per adesso si andrà a bussare alla porta delle Prefetture. Lo annuncia l’Anbi Sardegna insieme alle organizzazioni di categoria, Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Il presidente dell’ente che rappresenta e tutela i sette Consorzi di bonifica ha convocato una conferenza stampa per lanciare l’allarme. L’ennesimo. , ha spiegato Gavino Zirattu durante l’incontro con la stampa organizzato nella sede del Consorzio di bonifica Sardegna Meridionale. . E se su questo punto la politica regionale si è finora dimostrata sorda, i vertici dei Consorzi di bonifica andranno a parlare con i prefetti di ogni territorio. Perché si tratta di un allarme sociale. I Consorzi, infatti, non possono fare economia sul funzionamento degli impianti dai quali dipende l’irrigazione delle eccellenze agricole sarde e la sicurezza idraulica e idrogeologica dei territori, ma non possono continuare a sostenere costi fuori controllo con una struttura che si regge per i ritardi dei fondi regionali, esclusivamente dai contributi dei consorziati. Si parla di un sistema che comprende 12mila km di condotte, per circa un miliardo e 950milioni di metri cubi di acqua che ogni anno anno viene invasata. . Marcello Onorato, direttore di Confagricoltura ha posto l’attenzione sui tempi lunghi della burocrazia. , ha avvertito riferendosi ai clamorosi ritardi nell’erogazione dei ristori. Per Francesco Erbì presidente della Cia, infine, il rischio (ma è più una certezza) è che le le imprese siano messe fuori mercato. . Servono due ordini di interventi ha concluso il presidente di Anbi Sardegna Gavino Zirattu .