UILCOM: Regolamentazione dello smart working e lotta al precariato: così il sindacato si rivolge alla Generazione Z

  Aprire le porte del sindacato alle nuove generazioni di nativi digitali con progetti chiari e concreti. Lottare contro il precariato nel settore delle telecomunicazioni, proponendo con forza una semplificazione dei troppi contratti collettivi che regolano il settore delle telecomunicazioni. Magari imitando la Spagna dove i contratti a tempo determinato sono stati aboliti del tutto. Dare una struttura più definita allo smart working, usato dalle aziende in modo emergenziale durante la pandemia, ancorandolo alla contrattazione collettiva. Ma sempre mettendo al primo posto le persone, con le proprie necessità, i propri bisogni e le proprie aspirazioni. Dal 5° Congresso regionale della Uilcom Sardegna, incominciato oggi al Teatro Doglio di Cagliari, sono arrivate suggestioni e proposte concrete, come è abitudine nel sindacato guidato da Tonino Ortega. Le suggestioni sono state trasportate dalle note del brano scelto come leitmotiv dell’intera assise congressuale: L’anno che verrà di Lucio Dalla, suonata dai musicisti del Teatro Lirico di Cagliari. A testimonianza di un settore, quello dello Spettacolo, devastato dalla lunghissima chiusura delle attività artistiche durante la pandemia. Il sindacato - come ha evidenziato il segretario generale Tonino Ortega nella sua appassionata relazione introduttiva in cui ha più volte parafrasato simbolicamente il testo di Dalla – si trova oggi a che fare con un “mondo nuovo", pieno di difficoltà e di insidie. 

  Ma per affrontare questo nuovo mondo è necessario che ci si attrezzi con un nuovo modello sindacale. Soprattutto un’organizzazione come la Uilcom Sardegna, che rappresenta oggi nell’isola circa duemila lavoratori, soprattutto giovani e donne, che operano nei vari settori produttivi connessi alle telecomunicazioni: teatri e cinema, call center, quotidiani e tv locali. Fanno parte della categoria i dipendenti di multinazionali come Amazon, Sky, Tiscali, Vodafone, Tim, Fastweb e Wind-3, così come quelli dei principali gruppi editoriali isolani (La Nuova Sardegna, il Gruppo L’Unione Sarda, Rai Regionale), i lavoratori dei cinema The Space e Notorius, tutto il mondo dei Call Center, nonché quelli del Teatro Lirico. Tre sono i punti focali della riflessione della Uilcom sarda. La regolamentazione delle smart working. 

  L’utilizzo poco regolato, confuso e spesso improvvisato dello smart working da parte delle aziende durante la pandemia comporta oggi la necessità di dare un carattere strutturale a questo istituto e soprattutto di ancorarlo fortemente alla contrattazione collettiva. “Lo smart working non può essere inteso dalle aziende come un sistema per abbattere i costi, ma deve essere l’elemento di equilibrio che permette, a parità di impatto economico aziendale, una maggiore conciliazione tra vita e lavoro – ha detto Ortega -.Vanno individuati percorsi e soluzioni innovative: una flessibilità oraria ben definita, un diritto alla disconnessione che non deve rimanere sulla carta ma deve essere concretamente esigibile, e tutto il necessario a renderlo uno strumento non solo utile, ma soprattutto efficace e giusto. Allo stesso modo, non possono essere sacrificati i diritti alla salute e alla sicurezza sul lavoro, quelli sindacali e, potremmo dire, quelli “relazionali”. Il coinvolgimento dei giovani. Altro punto fondamentale per il nuovo corso del sindacato è - secondo la Uilcom Sardegna - il coinvolgimento dei giovani (il 90 % degli iscritti ha un'età inferiore ai 45 anni e molte sono donne). “La Uilcom Sardegna da anni scommette su un rapporto forte con le nuove generazioni e sui giovani sindacalisti, offrendo loro formazione, opportunità di crescita, e responsabilità in alcuni ruoli chiave – ha detto il segretario -. 

  Questo per un semplice motivo: sono il nostro futuro. Io penso che su questa strada la Uil debba lavorare con più convinzione ancora, avvicinando le nuove generazioni, aprendosi alle loro istanze e ai loro appelli, e trasformandole in un vero impegno sociale”. Se attualmente i sindacati italiani sono formati per lo più da iscritti della cosiddetta Generazione X (gli individui nati tra il 1965 e il 1979 che pur essendo cresciuti in un mondo analogico hanno abbracciato sin dall’inizio la trasformazione tecnologica e digitale), oggi la grande sfida è quella di coinvolgere i cosiddetti Millennials e soprattutto la Generazione Z, nata a cavallo del millennio, che non conosce una vita senza tecnologia ed è la maggiore utilizzatrice della realtà virtuale. Queste generazioni di giovanissimi spesso si trovano a dover interagire sui posti di lavoro anche con i cosiddetti boomers, i figli del boom economico post-bellico, che hanno dovuto fare i conti con le nuove tecnologie in età adulta, non senza difficoltà. “Conoscere, capire, sapere come comunicano tra loro queste generazioni è ormai indispensabile per il nostro sindacato – ha detto Ortega -.

  Non si può fare a meno del futuro almeno quanto non si può fare a meno delle generazioni precedenti. Non si può essere un sindacato oggi, senza saper tenere insieme e rappresentare i diritti di chi aspira alla pensione e di chi si affaccia al mondo del lavoro che disperatamente prova a sfuggire da un destino di precariato”. Emblematico, a proposito della situazione delle giovani generazioni, è il lavoro nei call center, proprio uno dei settori maggiormente rappresentati dalla Uilcom sarda. Un settore caratterizzato da tante tipologie contrattuali (addirittura 21 contratti di cui solo uno a tempo indeterminato), dove il lavoro è precario, frammentato e vulnerabile. “Le nuove generazioni si preparano, studiano, si laureano, viaggiano e fanno la gavetta attraverso varie tipologie contrattuali come lo stage, le partite iva, il tirocinio, il contratto a progetto, la somministrazione, il lavoro intermittente, il tempo determinato e nelle migliori opportunità il contratto di apprendistato – ha spiegato Ortega -. 

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