Regionali assoluti di Guspini: la fiamma del tennistavolo arde sotto il sole sardo

Il tennistavolo, sport di riflessi e nervi, ha trovato nei regionali assoluti di Guspini un’arena infuocata in tutti i sensi. Il caldo di metà giugno ha reso il palazzetto una sorta di hammam sportivo, ma non ha intaccato la dignità dei contendenti. Certo, le assenze si sono fatte notare – soprattutto tra gli atleti di prima, seconda e terza categoria – ma l’estensione della gara agli iscritti di quinta e sesta ha garantito partite vere, fatte di sudore, rotazioni e colpi degni di miglior palcoscenico.

L’ospitalità dei padroni di casa del Tennistavolo Guspini ha fatto il resto: impeccabili, tenaci, mai sopra le righe, hanno mantenuto il tono alto di una manifestazione che, pur ridimensionata nei numeri, ha saputo regalare emozioni e sorprese. Un plauso particolare agli arbitri Nicola Mazzuzzi e Daniele Vacca, che hanno gestito con saggezza le sorti del torneo prediligendo formule a gironi dove la scarsità degli iscritti rischiava di ridurre tutto a un tiro di dadi.

Tra le presenze più significative, i due atleti paralimpici Manuela Casu e Giovanni Pilia, che hanno contribuito con grinta e imprevedibilità, obbligando gli avversari ad adattarsi a un gioco misto – in piedi e in carrozzina – che ancora oggi sorprende per la sua efficacia. Il presidente Simone Carrucciu ha suggellato l’evento con la consegna dei titoli, chiudendo simbolicamente la stagione isolana.

Nel singolare femminile, Ana Brzan (Tennistavolo Sassari) ha dettato legge. La veterana, con il piglio di chi ha conosciuto ben altri palcoscenici, ha vinto senza affanni. Dietro di lei, dopo una maratona a girone unico, Sara Montalbano della Muraverese, capace di reggere la calura e la fatica con stoicismo antico. Terza Barbara Lecca (Quattro Mori), a precedere le compagne Meloni e Kuznetsova.

Nel doppio femminile, finale tirata fino al quinto set tra Brzan–Casu e Montalbano–Lecca. L’esperienza delle prime ha avuto la meglio, ma l’intensità della sfida ha ricordato i duelli epici delle antiche agorà.

A incantare il pubblico nel doppio misto, la coppia Pierluigi e Sara Montalbano: padre e figlia, tenaci come il granito sardo, hanno rimontato due set contro i favoriti Brzan–Pilia, strappando la vittoria all’undicesimo punto dell’ultimo parziale. Emozione pura, come solo il sangue mescolato al talento sa regalare. Bravi anche Casu–Onnis e Meloni–Peddis, bronzo meritatissimo.

Ma il cuore pulsante del torneo è esploso nel singolare maschile. Il giovane Manuel Broccia, classe 2007, ha compiuto l’impresa: ha battuto in finale il suo mentore Riccardo Giulio Lisci. Una vittoria che sa di romanzo di formazione, di allievo che afferra l’eredità e, almeno per un giorno, la supera. Broccia, prima della finale, ha eliminato in sequenza Massimiliano Broccia e Silvio Dessì, dimostrando che la nuova leva del Guspini ha nervi e braccio.

Lisci, da par suo, non ha regalato nulla: ha messo in fila Gianluca De Vita e Luca Broccia, chiudendo la porta in faccia a chiunque tranne che al suo allievo più talentuoso.

Broccia commenta con umiltà: “Domenica è stata una giornata importante, sono riuscito a vincere gli assoluti. Dopo dieci anni ho battuto Riccardo in finale, grazie soprattutto a lui. È stata una grande soddisfazione, spero di fare bene in B2”. Così parlò Manuel, e così si chiude simbolicamente un cerchio.

Nel doppio maschile, i guspinesi Lisci e Francesco Lai hanno imposto la loro legge. In finale hanno avuto la meglio sui fratelli Broccia (Manuel e Luca), in una sfida tutta interna che ha incoronato la scuola locale. Lisci non nasconde la soddisfazione: “Le maglie da campione erano al sicuro per il nostro club. La finale è stata più dura, ma l’esperienza ci ha premiato”.

Dietro di loro, tra i migliori otto, Moccia–Ibba, Curcio–Pilia, Rasulo–Sotgiu e Dessì–Lepori: nomi che non si arrendono e che torneranno, magari con più fortuna, la prossima stagione.

Un piccolo drappello sardo ha rappresentato l’isola ai Campionati Europei Master di Novi Sad. Maxim Kuznetsov, Giovanni Pomata e il leggendario Efisio Pisano (86 anni, portati con la fierezza di un decatleta spartano) hanno tenuto alta la bandiera isolana tra oltre 2600 partecipanti. Kuznetsov è arrivato fino ai quarti, Pisano pure: due bastioni inossidabili.

Nel doppio, Kuznetsov e Claudio Sassi hanno ceduto solo agli ottavi, mentre Pisano e Sergio Ceroni hanno raggiunto i quarti prima di arrendersi. Pomata, invece, si è battuto con cuore ma senza fortuna. Lo sport, in fondo, è anche questo: un campo dove si vince, si perde, ma si cresce sempre.

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