Nel cuore del Gennargentu, dove l’inverno arriva prima e la montagna modella da secoli carattere e costumi, Autunno in Barbagia chiude il suo cerchio più alto approdando a Fonni. Dal 6 all’8 dicembre, il paese più elevato della Sardegna apre i suoi cortili a una tre giorni che mescola identità, riti comunitari e quella grazia ruvida tipica delle feste barbaricine.
Le vie di pietra si preparano a un flusso di visitatori che, come ogni anno, troveranno una Barbagia capace di trasformare i propri spazi senza tradirne l’essenza. I murales che raccontano storie familiari e collettive, la Basilica dei Martiri, gli artigiani del legno e del tessuto, i laboratori del pane e del formaggio: Fonni si offre intera, con la sua estetica montanara e la sua ospitalità sobria.
Il sabato segna il ritorno di “Su Arrasse’are Onnessu”, l’anteprima del carnevale fonnese. Urthos, Buttudos e Sas Mascheras Limpias tornano a muoversi tra le case come ombre ancestrali, richiamando una ritualità che nasce ben prima delle convenzioni folkloristiche moderne. È uno dei momenti più sentiti, perché lega ancora il presente a un passato che nessuno qui considera morto.
La domenica punta invece sulla dimensione comunitaria. Il centro storico si trasforma in un presepe vivente fatto di pastori, artigiani, strumenti e mani che lavorano. In serata, la V Rassegna dell’organetto riporta in piazza la musica popolare che, in Barbagia, non è un contorno ma un codice culturale.
Lunedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata, chiude con le vestizioni tradizionali, la castagnata e il momento più familiare: “Su dopolavoro”, occasione di incontro che da anni rappresenta la vera conclusione emotiva della festa.
Il presidente della Camera di Commercio di Nuoro, Agostino Cicalò, sottolinea il valore simbolico della tappa: «Fonni è un luogo simbolo della cultura barbaricina e della sua capacità di custodire tradizioni antiche rendendole sempre vive e condivise. Autunno in Barbagia conferma, ancora una volta, il valore di un progetto che unisce identità, comunità e sviluppo, rafforzando la coesione territoriale e il dialogo tra imprese, artigiani e visitatori. È una manifestazione che cresce ogni anno perché sa mantenere intatto il legame con la memoria e, allo stesso tempo, scommette sul futuro delle nostre economie locali.»
Accanto a lui, il presidente di ASPEN, Roberto Cadeddu, richiama il ruolo delle produzioni locali: «Ogni tappa del circuito è un’opportunità concreta per promuovere le eccellenze produttive e artigianali dei nostri paesi. Fonni, con il suo patrimonio culturale e la sua forte vocazione identitaria, offre un esempio perfetto di come tradizione e sviluppo locale possano procedere insieme. Continueremo a sostenere questi percorsi, perché generano valore e futuro per tutto il territorio.»
Il calendario 2025 si prepara così alla chiusura con Ortueri e Orune, il 13 e 14 dicembre, ultime tappe di un viaggio che anche quest’anno ha attraversato la Sardegna interna restituendole voce, memoria e un’energia che resiste alle stagioni.