Giudicesse d’ombra e di luce: il Medioevo sardo che svela la sua anima

  Un'eco antica, profonda, ha avvolto Alghero, Bosa e Castelsardo per tre giorni. La IX Rassegna Itinerari Letterari e Storici dell’Identità Sarda ha spalancato le porte del Medioevo sardo, riportando alla luce storie dimenticate e, con esse, le figure femminili che ne furono protagoniste. In un tempo spesso avvolto da oscurità e pregiudizio, le giudicesse sarde, Elena di Gallura, Benedetta di Massa, Adelasia di Torres, Eleonora d’Arborea e la leggendaria Ildeagarda Prophetissa, hanno ripreso voce. Una voce che la storia aveva soffocato, ma che ora, attraverso parole, musica e riflessione, ha trovato il suo giusto riscatto. “Le donne sono sempre state raccontate da uomini che non sono stati indulgenti con le loro azioni e la loro triste vita,” ha spiegato Maristella Casula, anima pulsante dell’associazione La Casa Rosa. 

  Ed è proprio da questa consapevolezza che è nato il progetto, un viaggio iniziato nel 2022 con l’intento di riportare al centro del racconto storico le donne del Medioevo sardo. Le loro vite, intrecciate alla politica e al destino delle terre giudicali, non furono semplicemente oggetti di matrimoni e alleanze. Furono regine, strateghe, artefici del loro tempo, e come tali meritano di essere ricordate. La rassegna, che ha visto un susseguirsi di incontri impreziositi dalle letture appassionate di Maria Antonietta Pirrigheddu e dagli intermezzi musicali del Trio Vox Antiqua (Federica Moi, Davide Mura, Raimondo Belfiori), ha reso giustizia a quelle figure straordinarie. 

  Al centro del dibattito, il libro Donne protagoniste del Medioevo Sardo, curato dalla professoressa Rossana Martorelli e pubblicato da Carlo Delfino Editore, un’opera che si inserisce come pietra miliare nel recupero della memoria storica dell’isola. Non si è trattato di semplici conferenze, ma di un viaggio culturale che ha coinvolto istituzioni, associazioni e territori. A Castelsardo, il professor Andrea Pala ha dialogato con l’assessora alla Cultura Maria Speranza Frassetto e la sindaca Maria Lucia Tirotto, prima donna a guidare la città regia dopo Eleonora d’Arborea. Ad Alghero, accanto al professor Pala, sono intervenuti Neria De Giovanni e Antonello Figus, presidente della Fondazione Sardegna Isola del Romanico. A Bosa, insieme a Giuseppina Deligia, presidente dell’APS Itinera Romanica, ha preso nuovamente parte al dibattito Antonello Figus.

  La rassegna non ha solo esplorato il passato, ma ha gettato ponti verso il futuro, suggerendo itinerari turistici e progetti di sviluppo locale basati sulle figure delle giudicesse. Il patrocinio dei Comuni di Alghero, Bosa e Castelsardo, e il sostegno di partner come la Fondazione Isola del Romanico, l’APS Itinera Romanica, Giulia Giornaliste e Fidapa BPW Italy, hanno garantito il successo di un’iniziativa che non intende esaurirsi con questa edizione. “Non possiamo disperdere l’interesse e le energie di questi anni,” ha sottolineato Casula, già proiettata verso l’edizione 2025. La Sardegna, con la sua storia unica e i suoi paesaggi che sembrano sospesi nel tempo, ha trovato nelle sue donne del Medioevo una chiave per raccontarsi al mondo, per crescere, per ispirare. Questo Medioevo, fatto di ombre e luci, non è un tempo lontano. Vive ancora negli occhi di chi ascolta, nel suono delle corde del Trio Vox Antiqua, nel calore di una platea che, per tre giorni, si è lasciata guidare lungo sentieri di storia e identità. La rassegna non è stata solo un evento, ma un atto di amore verso una Sardegna che non smette mai di raccontare, di sorprendere, di emozionare.

Cultura

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