Benvenuti al terzo appuntamento di "Cronache della Repubblica", dove esploriamo le vite e i mandati dei Presidenti della Repubblica Italiana. Oggi ci addentriamo nella storia di Giovanni Gronchi, il terzo Presidente della Repubblica, un leader carismatico e uomo del popolo che ha segnato un'epoca di trasformazioni sociali ed economiche.
Giovanni Gronchi nacque il 10 settembre 1887 a Pontedera, un piccolo comune toscano. Proveniente da una famiglia modesta, Gronchi si laureò in lettere all'Università di Pisa e iniziò la sua carriera come insegnante. Ma la sua passione era la politica, e ben presto si fece notare per il suo impegno nel Partito Popolare Italiano, fondato da Don Luigi Sturzo.
Gronchi era un fervente sostenitore dei diritti dei lavoratori e dei principi sociali della dottrina cristiana.
Gronchi fu eletto Presidente della Repubblica il 29 aprile 1955, in un periodo di grande fermento politico e sociale. Il suo mandato, durato fino al 1962, fu caratterizzato da una forte attenzione alle questioni sociali e dalla promozione di politiche economiche volte a ridurre le disuguaglianze. Gronchi era un presidente vicino al popolo, e la sua figura era molto amata dalle classi lavoratrici e dalle comunità rurali.
Un episodio significativo del suo mandato fu la visita di stato negli Stati Uniti nel 1956. Gronchi, con il suo stile affabile e diretto, riuscì a stabilire un legame speciale con il presidente Dwight D. Eisenhower, rafforzando così le relazioni tra Italia e Stati Uniti. Durante un discorso alla Columbia University, Gronchi sorprese tutti parlando in un inglese impeccabile, dimostrando una volta di più la sua capacità di dialogo e apertura.
Un altro aneddoto curioso riguarda il suo amore per il calcio: Gronchi era un tifoso appassionato della squadra di calcio della Fiorentina e non perdeva occasione per assistere alle partite, dimostrando il suo legame con le tradizioni popolari.
Ma uno degli episodi più memorabili e, al contempo, imbarazzanti del suo mandato avvenne il 23 giugno 1959 al Teatro alla Scala di Milano, durante una visita ufficiale del presidente francese Charles de Gaulle. A causa della disattenzione di un collaboratore, Gronchi cadde nel tentativo di sedersi accanto a De Gaulle. La scena, trasmessa in diretta televisiva, fu rapidamente censurata dai media dell'epoca. Tuttavia, l'episodio divenne oggetto di una famosa gag televisiva del duo Tognazzi-Vianello. Nella loro trasmissione "Un, due, tre", Vianello tolse la sedia da dietro a Tognazzi, che cadde a terra esclamando: "Tutti possono cadere!". L'imitazione suscitò grande ilarità tra il pubblico ma costò loro il posto in RAI, con conseguente cancellazione della trasmissione e licenziamento dei due attori.
La presidenza di Giovanni Gronchi fu un periodo di grande cambiamento per l'Italia. Le sue politiche sociali ed economiche contribuirono a migliorare le condizioni di vita delle classi più deboli e a ridurre le disuguaglianze. Gronchi è ricordato come un presidente vicino al popolo, capace di ascoltare e comprendere le esigenze dei cittadini. La sua figura rimane un simbolo di impegno sociale e di lotta per la giustizia.
Con "Cronache della Repubblica", continueremo a esplorare le vite e i mandati dei Presidenti della Repubblica Italiana, svelando storie e curiosità che hanno caratterizzato il loro servizio al Paese. La prossima settimana, ci addentreremo nella storia del primo sardo presidente della Repubblica Antonio Segni. Non perdetevi il prossimo appuntamento con la storia della nostra Repubblica.