Il Governo sblocca la questione “crediti in edilizia” e
fissa le nuove regole su bonus 110% e riqualificazioni.
Confartigianato Sardegna esprime gradimento e auspica “stabilità
normativa”. Maria Lai e Meloni (Confartigianato Sardegna): “Bene le
sanzioni contro le frodi ma 9 modifiche in 20 mesi sono troppe:
servono norme durature. Risultato ottenuto grazie alla sensibilità dei
Parlamentari”.
Commento positivo anche al nuovo prezziario.
Confartigianato Imprese Sardegna esprime gradimento per l’approvazione
delle nuove modifiche, appena varate dal Consiglio dei Ministri,
relative al superbonus e alle detrazioni in edilizia, che sbloccano la
cessione dei crediti, consentendo così una ulteriore cessione dopo la
prima verso soggetti collegati, direttamente o indirettamente,
all’intervento, rimettendo in moto il comparto delle costruzioni e
facendo ordine in tutto il sistema della riqualificazione degli
immobili.
Plaudendo anche per l’inasprimento dei controlli contro le
frodi, l’Associazione auspica che le regole definite oggi, siano
stabili e durature, condizione che restituirebbe alle imprese la
certezza di poter lavorare e pianificare i loro interventi.
“Finalmente il Governo ha fatto la necessaria, e auspicata, chiarezza
sull’indirizzo che vuole dare al bonus110% e alle detrazioni del
“sistema casa” – commenta Maria Amelia Lai, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna - e, soprattutto, sugli obiettivi che
vuole raggiungere. La nuova strada individuata dall’Esecutivo
rappresenta una scelta equilibrata anche per colpire le frodi che
danneggiano tutti, a cominciare proprio dalle imprese del settore
costruzioni. Ora rimane aperto il problema della cessione del credito
fra fornitori e distributori di componenti all’interno delle filiere:
ci auguriamo possa essere considerato e risolto nell’ambito dell’esame
parlamentare”.
“Sottolineiamo come questo sia anche il risultato
dell’indispensabile azione che i Parlamentari hanno svolto nelle varie
Commissioni”. “La possibilità di due ulteriori “cessioni" del credito
era il nostro obiettivo minimo – aggiunge la Presidente – noi non
abbiamo mai contestato le regole ma il loro continuo, e repentino,
stravolgimento che non ha permesso, fino a oggi, alle imprese, ai
dipendenti, ai tecnici e ai cittadini di pianificare il risanamento e
l’ammodernamento delle abitazioni, bloccando anche investimenti e
lavoro che contribuiscono alla transizione green del Paese. Serve una
stabilità normativa”.
Il decreto prevede la possibilità di due ulteriori “cessioni” del
credito “solo se effettuate a favore di banche e intermediari
finanziari iscritti all'albo. Le modalità attuative delle disposizioni
relative alla cessione e alla tracciabilità del credito d'imposta (il
cosiddetto bollino), da effettuarsi in via telematica, saranno
definite con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate.
Inoltre inasprite le sanzioni che arrivano fino a 5 anni carcere e
100mila euro multa per i tecnici che attestano il falso”.
Per Confartigianato Imprese Sardegna, se è stato condivisibile e
doveroso l’intento di contrastare le frodi con efficaci attività di
controllo, non è stato altrettanto condivisibile che si siano
registrate ben 9 modifiche normative negli ultimi 20 mesi, una ogni 68
giorni.
“Quest’ultima stretta sui crediti fiscali non ha fatto altro che
fermare le imprese serie e sane che operano in uno dei settori che sta
garantendo investimenti e lavoro e che contribuisce alla transizione
energetica ed ecologica – sottolinea Giacomo Meloni, Presidente di
Confartigianato Edilizia Sardegna – e gli effetti negativi delle
continue modifiche si stanno già vedendo con la riduzione dei lavori
conclusi ammessi a detrazione. A livello nazionale, a gennaio
ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato
(-46,2%) rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021 (che aveva segnato
un +87,5% rispetto a novembre 2021). Tutto ciò avrebbe messo a serio
rischio le 127mila assunzioni previste dalle imprese delle costruzioni
nel primo trimestre di quest’anno”.
Per l’Associazione Artigiana è positivo anche il Decreto del Ministero
della Transizione Ecologica sul nuovo prezzario da applicare ai lavori
per il superbonus 110%, che recepisce molte delle indicazioni
richieste dalle imprese di Confartigianato e introduce un importante
elemento di stabilizzazione sul fronte dei costi per gli interventi di
ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica del patrimonio
immobiliare.
“Come da noi richiesto, i costi massimi specifici indicati nel
prezziario sono al netto di IVA, prestazioni professionali, opere
relative alla installazione e manodopera per la messa in opera dei
beni – conclude Meloni – è stata accolta, pertanto, la nostra
richiesta di eliminare l’onnicomprensività prevista nelle bozze del
decreto”.
Il “sistema casa” dell’isola, rappresentato da 23mila imprese e 49mila
addetti, il cui il fatturato, trainato dall’effetto bonus casa e
superbonus, è cresciuto del 35,9% rispetto al periodo pre-covid,
immettendo sul mercato delle imprese edili oltre 500 milioni di euro
di liquidità.
Per il solo Superbonus 110%, in Sardegna le asseverazioni al 31
gennaio 2022 sono state complessivamente 3.558 per un totale di
investimenti pari a 628 milioni di euro e investimenti lavori conclusi
di 408 milioni di euro. I condomini registrano 290 asseverazioni per
250 milioni di detrazioni (investimento medio di 864 mila euro), per
le unifamiliari le asseverazioni sono 2.328 per 273 milioni di
investimenti (investimento medio 117 mila), mentre per le case
indipendenti le asseverazioni sono 940 per 104 milioni di investimenti
(investimento medio 110mila).
Secondo l'analisi “Agevolazioni fiscali della filiera della casa in
Sardegna”, realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese
di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzando i dati dal
2016 del MEF-Dipartimento delle Finanze, nell’Isola la fruizione degli
sgravi sul "sistema casa", la quota delle detrazioni è cresciuta in
modo considerevole.
Per le DETRAZIONI si è partiti dai 42 milioni di euro del 2011,
passando per 78 del 2015, fino ad arrivare ai 93 del 2018. Nel 2019,
161mila contribuenti sardi hanno detratto 107milioni di euro (media
66.300 euro) per la riqualificazione delle abitazioni, generando così
un giro d’affari per le imprese di 214 milioni di euro.
Sempre nel
2019, per il risparmio energetico, 45.561 cittadini hanno invece
portato in detrazione 23milioni di euro, per una media di 503 euro,
immettendo nel mercato poco meno di 34 milioni di euro. Grazie a
questi numeri, grazie alle detrazioni in Sardegna la riqualificazione
degli immobili, strutturale ed energetica, ha consentito di immettere
nel circuito economico ben 248 milioni di euro che, per la quasi
totalità, sono andati a sostenere le piccole e medie imprese sarde.
Nel 2020 e 2021 possiamo stimare DETRAZIONI per un totale di circa 260
milioni di euro, equivalenti a INVESTIMENTI per circa 500 milioni di
euro. Tali incentivi hanno avuto effetto positivo e diretto sul 13%
dei lavoratori del settore: in valori assoluti, si parla di oltre
5mila persone su un totale di quasi 40 mila addetti. Nel dettaglio
della distribuzione per tipologia di lavori degli investimenti
sostenuti da ecobonus, nel 2020, si registra il 38% riferito ai
serramenti, il 27,6% riferito a pompe di calore, il 10,5% a
schermature, l’8,8% a pareti orizzontali, il 5,6% a pareti verticali,
il 4,6% a Caldaia a condensazione, il 2% Impianti a biomassa, l’1,7%
il solare termico e lo 0,2% a building automation.