Cabras, aeroporti e il complesso nodo del potere in Sardegna

  Nelle ombrose arene del potere regionale sardo, Antonello Cabras non è solo una figura nota, ma un vero e proprio "influencer politico", una di quelle figure che a dire di Mauro Lissia su "Il Fatto Quotidiano", tessono la tela della politica ben oltre l'orizzonte visibile agli occhi del cittadino medio. Cabras, il capo corrente del PD sardo, con il curriculum che lo vedrebbe quasi intoccabile – ex presidente della Regione, ex deputato e ora vice presidente della Banca Popolare di Emilia e Romagna – sembra essere l'architetto di un'influenza che si estende in profondità nel tessuto economico e politico dell'isola. 

  Membro del CDA di F2i, il fondo di investimento che mira a fare incetta degli aeroporti sardi, Cabras è un uomo dal potere tentacolare. Il quotidiano disegna il quadro di una sfida tra Cabras e la neo Governatrice, Alessandra Todde, per il controllo degli scali aeroportuali, ma l'articolo lascia intuire che la posta in gioco è ben più ampia. È una lotta di potere che rispecchia un'antica tradizione della politica italiana, dove i legami familiari e gli scambi di favori sono il vero volano delle carriere e delle fortune – un gioco di scacchi dove le pedine umane sono mosse con disinvoltura da chi ha le mani sui fili. Il controllo sui porti della Sardegna da parte di un parente stretto, il collocamento di consiglieri regionali e assessori nelle posizioni chiave, ogni mossa di Cabras sembra calcolata con precisione chirurgica, e per certi versi, si potrebbe dire che il gioco è giocato abilmente, se non fosse per la posta etica e per il prezzo che una democrazia paga quando i cacicchi e i capibastone si rivelano più influenti degli stessi organi elettivi. 

  Quando Elly Schlein, appena eletta segretaria, invocava una pulizia nel PD dai cacicchi e dai capibastone, forse non sapeva quanto il suo appello fosse profetico per la Sardegna. Perché in un gioco dove i burattinai sono così radicati nel potere, dove gli affari e la politica si mescolano in una danza troppo stretta, i cambiamenti non sono mai semplici, e le promesse di rinnovamento si scontrano contro le mura di un castello feudale che si è costruito mattoncino dopo mattoncino. Questo è il vero volto della politica, dove a volte il potere non è in quello che si vede, ma in ciò che rimane nell'ombra, nelle connessioni silenziose e nei nodi di influenze che non vengono mai a galla. Ed è questa la sfida vera per chiunque voglia portare un soffio di aria nuova: riuscire a navigare in queste acque profonde senza affondare, senza diventare una marionetta in più. Nel caso della Sardegna, è una sfida che si rivela ogni giorno più ardua e complessa.

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