A Predda Niedda ci si arriva schivando buche e sperando che il lampione accanto resti acceso. Eppure è lì che batte il cuore economico di Sassari: centinaia di aziende, migliaia di lavoratori, un’area industriale che produce ricchezza ma cade a pezzi.
Martedì 15 ottobre, alle 17, nella sede della Cassa Edile di Predda Niedda Nord, si terrà un incontro pubblico dal titolo eloquente: “Predda Niedda: Problemi, Proposte, Soluzioni”. A organizzarlo è l’associazione Identità e Costituzione ETS, che da tempo denuncia il degrado e l’abbandono della zona.
«Predda Niedda è Sassari. Non può più essere vista come una zona separata o marginale. È il cuore economico della città, dove ogni giorno lavorano migliaia di persone. La Regione e il Comune devono intervenire subito per restituire dignità, sicurezza e servizi a un’area strategica per tutto il Nord Sardegna», dichiarano gli organizzatori.
Le parole sono pesanti ma difficili da smentire. Strade dissestate, illuminazione a tratti, segnaletica inesistente. E un paradosso: mentre si parla di Città Metropolitana, il principale polo produttivo del Nord Sardegna è ancora trattato come un retrobottega.
Durante l’incontro si discuterà delle condizioni dell’area industriale, delle prospettive legate alla nascita della Città Metropolitana di Sassari e della proposta di costituire un Comitato permanente per rappresentare imprese e cittadini. L’obiettivo è chiaro: mettere per iscritto un documento da presentare alla Regione, chiedendo un piano straordinario di interventi.
L’associazione vede nella nuova governance metropolitana un’occasione per sanare decenni di incuria: integrare finalmente Predda Niedda nella pianificazione urbana, dotarla di infrastrutture degne e di una manutenzione regolare.
Perché, alla fine, il problema non è solo l’asfalto o la luce. È la distanza, tutta mentale, con cui la politica continua a guardare quella zona. Un posto dove si lavora, sì, ma che nessuno sembra voler davvero vedere.