Doveva atterrare a Glasgow, ma la tempesta “Amy” ha stravolto i piani e messo in allarme i passeggeri. Lo scorso 3 ottobre un volo Ryanair partito da Pisa è stato costretto a lanciare un May Day disperato dopo essere rimasto quasi senza carburante.
L’aereo, un Boeing diretto in Scozia, si è trovato nel cuore della perturbazione che ha investito il Regno Unito, paralizzando trasporti e traffico aereo. Secondo le prime ricostruzioni, il pilota avrebbe tentato più atterraggi in diversi aeroporti, ma le condizioni meteo proibitive — vento forte, pioggia battente e visibilità ridotta — lo hanno costretto a cambiare rotta più volte.
Quando finalmente è riuscito a toccare terra a Manchester, all’aereo restavano circa sei minuti di autonomia. Due ore di tentativi, una tensione crescente a bordo e un equipaggio che ha mantenuto la calma fino all’ultimo.
Le Autorità Aeronautiche britanniche hanno aperto un’inchiesta per chiarire ogni dettaglio e verificare la gestione delle riserve di carburante in condizioni meteorologiche estreme. Ryanair, intanto, ha confermato l’episodio parlando di “atterraggio di sicurezza” e sottolineando che «nessun passeggero è rimasto ferito».
Un volo di linea che si è trasformato in una corsa contro il tempo. E, stavolta, la fortuna — più del meteo — è atterrata con loro.