La ludopatia non è un vizio: è una malattia dell’anima che diventa malattia sociale. Nasce silenziosa, cresce come un tarlo e, alla fine, si manifesta in gesti disperati. C’è chi, pur di inseguire l’illusione della vincita, fruga tra i rifiuti alla ricerca di gratta e vinci scartati da altri. È un’immagine che vale più di ogni statistica: la fotografia di una caduta, di una frattura profonda nel tessuto umano ed economico della Sardegna.
I numeri confermano ciò che gli occhi vedono. Nell’Isola, le giocate hanno sfiorato i 420 milioni di euro, con una spesa pro capite di 1.031 euro. Una febbre che non accenna a placarsi. Secondo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la raccolta complessiva nel 2023 ha superato 1,41 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 1,37 miliardi del 2022 e agli 1,04 miliardi del 2021.
Il gioco fisico resta dominante: 1.419,14 milioni raccolti nelle ricevitorie, 989,96 milioni restituiti in vincite e una spesa effettiva di 481,59 milioni. Rispetto al 2022, l’incremento è di quasi 39 milioni. Ma a crescere più rapidamente è il gioco online: in Sardegna l’aumento è stato del 22,8%, uno dei più alti d’Italia.
Dietro le cifre, però, ci sono i volti: uomini e donne che inseguono il miraggio di un colpo di fortuna capace di cambiare la vita. Invece, il più delle volte, la cambiano in peggio. Disoccupazione, precarietà, povertà: è questo il terreno fertile su cui attecchisce la ludopatia. Una patologia che divora non solo i risparmi, ma la dignità.
Il gioco d’azzardo in Sardegna non è più un fenomeno marginale. È diventato un indicatore sociale. Dove ci sono meno prospettive di lavoro, il gratta e vinci e la scommessa sportiva diventano surrogati di speranza. Dove c’è fragilità economica, cresce la febbre del gioco. E dove ci sono fragilità emotive, il clic su un’app può trasformarsi in abisso.
Le statistiche parlano, ma non raccontano fino in fondo la sofferenza: famiglie spaccate, stipendi bruciati in poche ore, giovani che si autodenunciano come ludopatici pur di trovare un argine. È un male moderno che scava dentro e si proietta all’esterno, lasciando dietro di sé solitudine e debiti.
La Sardegna, terra antica e fiera, si trova oggi davanti a un paradosso: mentre difende i suoi paesaggi e il suo patrimonio, rischia di perdere la battaglia più silenziosa, quella per la salute sociale. Perché la ludopatia non è un passatempo innocuo, ma una febbre che consuma l’anima e, come ogni febbre, rivela una malattia più profonda.