Venerdì 18 luglio, alle 11, a Macomer — nei locali delle ex caserme Mura in viale Gramsci — gli allevatori sardi si radunano per una riunione che sa tanto di resa dei conti.
A lanciare l’appello è il Centro Studi Agricoli, con Tore Piana in prima linea: “Basta silenzi e scelte calate dall’alto. Dobbiamo parlare chiaro sui vaccini contro la dermatite nodosa, sui pagamenti PAC fermi da mesi e sui vincoli che rischiano di mandare a fondo un intero settore.”
Il virus, che sta colpendo i bovini in diverse zone della Sardegna, non lascia scampo alle preoccupazioni. I vaccini ci sono, ma tra effetti collaterali e regole europee da rivedere — come l’abbattimento dell’intera mandria in caso di positività — gli allevatori non si sentono affatto tranquilli.
“Non possiamo accettare che si continui con la regola dell’abbattimento totale senza discutere alternative — dice Piana —. Vogliamo proposte concrete, non diktat.”
In ballo non ci sono solo i vaccini. Ci sono aziende ferme perché non possono spostare gli animali, pascoli secchi, allevatori che superano i limiti di carico nei terreni e bestiame che resta senz’acqua. E poi c’è il tema, sempre caldo, degli aiuti PAC: soldi promessi, ma mai arrivati o arrivati a metà.
Il Centro Studi Agricoli ha già messo online moduli per sollecitare i pagamenti e far firmare alla Regione e ai veterinari una liberatoria sugli effetti collaterali dei vaccini. “Chi vaccina si deve assumere la responsabilità”, taglia corto Piana.
La riunione di Macomer non sarà una passerella estiva. “Non voglio trovarmi davanti dieci persone — avverte Piana —. Serve una partecipazione vera, perché l’emergenza c’è, eccome se c’è.”
L’appuntamento è fissato. Venerdì 18 luglio, ore 11. E chi lavora nei campi e nelle stalle, stavolta, non vuole sentire solo promesse. Vuole risposte.