Da un'emergenza all'altra. Mentre gli allevatori sardi lottano contro la dermatite nodulare dei bovini, la siccità morde le campagne e l'agricoltura arranca tra promesse disattese e fondi mai arrivati, l’isola brucia. Ancora. E stavolta è la cronaca a parlare: diciotto incendi si sono sviluppati nella sola giornata di domenica 22 giugno, sparsi su tutto il territorio regionale, tre dei quali hanno richiesto l’intervento della flotta aerea regionale.
Il primo rogo, nel territorio di Orroli, località Rio Ortu, è stato contenuto grazie all’intervento del Corpo forestale di Escalaplano e dell’elicottero decollato da Villasalto. Le fiamme hanno aggredito ettari di pascoli alberati, bruciando lentamente tra il fumo e la disperazione di chi da quella terra trae sostentamento. Hanno lottato anche le squadre comunali di Orroli e Forestas Escalaplano-Unghecuaddus. L’elicottero ha concluso le operazioni alle 15.20.
Poche ore dopo è toccato a Jerzu, in località Genna 'e Cresia. Qui la battaglia è stata più dura. A coordinare lo spegnimento il Corpo forestale delle stazioni di Jerzu e Osini, con l’ausilio degli elicotteri di San Cosimo, Villasalto e del Super Puma di Fenosu. In campo anche Forestas, i Vigili del Fuoco di Lanusei, le squadre di Cardedu e i GAUF CFVA. La macchia mediterranea ha fatto da esca alle fiamme. Il rogo si è spento solo alle 18.
Ma l’inferno vero è scoppiato a Furtei, in località Zinnigas. Qui il fronte è ancora aperto. Sul campo la stazione forestale di Sanluri, tre elicotteri del Corpo forestale (da Pula, Villasalto e Farcana), il Super Puma di Alà dei Sardi, il GAUF CFVA di Cagliari, i Barracelli di Furtei e Sanluri, i Vigili del Fuoco da Mandas e Sanluri, Forestas Villacidro e i volontari di Villamar. Una macchina enorme per cercare di salvare una porzione di territorio che in questa stagione si trasforma in polvere secca, pronta a prendere fuoco al primo soffio di vento.
Domenica 22 giugno si chiude così: con la Sardegna che arde e combatte, come ogni estate. Ma stavolta con un'aggravante: alle fiamme si aggiungono i virus negli allevamenti, la sete nei campi, e una burocrazia che osserva, prende appunti e spesso arriva tardi. Se arriva.