Gli annunci non irrigano i campi. E a Campanedda lo sanno bene. Mentre la Nurra brucia sotto il sole e la sete, l’assessore regionale all’Agricoltura Gianfranco Satta ha parlato di un intervento da 8 milioni di euro per le imprese agricole colpite dalla siccità. Ma, a oggi, nelle mani degli agricoltori non è arrivato nulla che valga più dell’inchiostro su un comunicato.
Il Centro Studi Agricoli, voce ostinata e pungente del comparto, getta acqua gelida sugli entusiasmi: «Con le intenzioni non si va da nessuna parte e gli agricoltori sono stanchi di promesse», tuona il presidente Tore Piana. E poi mette i puntini sulle “i”: «Oggi d’incanto appaiono per gli indennizzi degli agricoltori della Nurra degli annunci che restano tali, senza il supporto di atti, delibere o determine ufficiali. Agli agricoltori servono atti e non annunci».
Difficile dargli torto. Il comunicato ufficiale dell’assessore parla di “necessità di erogare gli 8 milioni in tempi rapidi”, non dello stanziamento vero e proprio. Un gioco di parole che non basta a nascondere la sostanza: per ora non c’è alcun provvedimento formale.
E così, mentre le istituzioni sembrano inseguire il tempo con la lentezza della burocrazia, il Centro Studi Agricoli rilancia: il 3 giugno alle ore 11, al salone parrocchiale di Campanedda, si terrà una riunione pubblica per affrontare l’emergenza con «proposte concrete e fattibili». Niente proclami, ma carte sul tavolo.
«Aspettiamo ora le determine assessoriali – conclude Piana – e su queste valuteremo e le confronteremo con le nostre proposte». In Sardegna, si sa, gli annunci non bastano a sfamare una terra, e il grano non cresce sulle promesse.