Rinnovabili a rischio: Decreto aree idonee minaccia 15.000 posti di lavoro e obiettivi 2030

Con l'entrata in vigore del Decreto Aree Idonee, volto a chiarire le zone destinate agli impianti eolici e fotovoltaici, il settore delle energie rinnovabili in Italia affronta una possibile paralisi. Veronica Pitea, Presidente di ACEPER (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili), esprime preoccupazione: «Questa misura blocca sia l'installazione di grandi impianti, riducendo gli investimenti di centinaia di milioni di euro, sia le operazioni di manutenzione, causando la perdita di circa 15.000 posti di lavoro». Pitea sottolinea anche le conseguenze finanziarie e normative: «Questo decreto dimostra ancora una volta l'instabilità normativa del nostro Paese, allontanando potenziali investitori e mettendo a rischio gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) 2030». Il Ministro Lollobrigida ha recentemente dichiarato di voler porre fine alle speculazioni tra terreni agricoli e rinnovabili, ma secondo Pitea, con solo 16.400 ettari agricoli destinati alle rinnovabili su oltre un milione inutilizzati, parlare di speculazione è fuorviante. ACEPER chiede al governo una risposta innovativa e tempestiva per accelerare la costruzione e l'attivazione di nuovi impianti. Le regioni sono sollecitate a valutare rapidamente le aree idonee, con l'auspicio di iniziare i lavori entro settembre. Pitea conclude: «È fondamentale avere linee guida chiare per investire in energia green, senza compromettere l'agricoltura ma utilizzando i terreni attualmente inutilizzati».

Cronaca

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