La protesta dei trattori, da un po' di mesi, ha smosso le coscienze, a dir il vero un po' sopite post elezioni regionali, portando alla luce le difficoltà di un settore che da sempre è stato pilastro della vita sarda: l'agricoltura.
Gli agricoltori e i pastori della Sardegna, dopo mesi di presidi e manifestazioni, hanno deciso di rivolgersi direttamente alla nuova presidente della Regione, Alessandra Todde, con una lettera che è molto più di un semplice appello: è un vero e proprio grido di speranza e richiesta di intervento urgente.
Il documento, nato dalle discussioni di un'assemblea tenuta a Tramatza il 9 marzo, mette in luce con precisione chirurgica i nodi da sciogliere per non far sprofondare il settore nell'oblio. "Riteniamo che sia necessario aprire un tavolo di confronto tra la parte politica e gli attori principali della più importante economia rappresentativa in Sardegna al fine di studiare e analizzare soluzioni in grado di risolvere le diverse problematiche che si presentano ai vari livelli regionali, nazionali ed europei," scrivono, con la consapevolezza che l'80% del territorio sardo è caratterizzato da un tessuto rurale che necessita di politiche ad hoc per prosperare.
Il documento tocca punti nevralgici quali la necessità di una nuova nomina per l'assessore dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, la riapertura del tavolo della Pac regionale e nazionale, e l'esclusione dell'allevamento ovicaprino da determinate misure dell'eco-schema, solo per citarne alcuni. Una delle parti più colpite del testo riguarda la perdita di fondi PAC per l'isola, quantificata in 115 milioni di euro per i prossimi cinque anni, una cifra che mette a dura prova la già fragile economia agricola sarda.
L'appello alla Todde è chiaro: è tempo di agire, e velocemente.
La politica deve riscoprire la sua capacità di ascolto e di intervento concreto, soprattutto in un settore così vitalmente importante come quello agricolo e zootecnico. La Sardegna chiede risposte, chiede sostegno, e soprattutto chiede di non essere lasciata sola a fronteggiare le tempeste che da troppo tempo minacciano di erodere le fondamenta di una delle sue economie più autentiche e rappresentative. La palla ora è nel campo della Todde e della sua giunta, con la speranza che le parole possano trasformarsi in azioni, per un futuro in cui agricoltori e pastori sardi non siano più costretti a protestare, ma possano finalmente raccogliere i frutti di un impegno condiviso e di politiche lungimiranti.