Nella memoria collettiva dei Cagliaritani, la figura di Ottone Baccaredda, deceduto il 26 dicembre 1921, si staglia come un simbolo di un'era di trasformazioni urbane e di tensioni sociali. Sindaco di Cagliari, Baccaredda è ricordato soprattutto per il suo impegno nel trasformare e abbellire la città: sotto la sua amministrazione, Cagliari vide sorgere il municipio di Via Roma, che oggi porta il suo nome, il Bastione San Remy e numerose istituzioni educative, tra cui scuole medie ed elementari.
Nato il 29 dicembre 1849, Baccaredda non fu solo un politico, ma anche un uomo di cultura. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza nel 1871, si distinse come professore universitario di diritto penale, un ruolo che lo vide impegnato nella formazione delle menti future del paese. La sua carriera politica, iniziata nel 1890 e continuata, con alcune interruzioni, fino al 1921, fu segnata da una visione progressista e da un impegno costante per la città che amava.
Tuttavia, la sua popolarità non fu esente da critiche e controversie. La crisi economica e il carovita, che colpirono duramente i ceti medio-bassi della città, macchiarono gli ultimi anni della sua amministrazione. Il sindaco Baccaredda venne accusato di aver speso ingenti somme per opere monumentali, come il municipio e il bastione, trascurando le esigenze più immediate dei suoi concittadini.
La situazione si acuì a seguito di una frase infelice attribuita al sindaco: "Se non potete comprar triglie, accontentatevi dei baccalà." Queste parole, percepite come un insulto alla sofferenza del popolo, scatenarono una violenta sommossa popolare, che si concluse tragicamente con due morti e una ventina di feriti.
A distanza di 102 anni dalla sua scomparsa, la figura di Ottone Baccaredda resta avvolta in un'aura di contraddizione: da un lato, il sindaco visionario che trasformò Cagliari in una città moderna e ammirata; dall'altro, l'uomo politico la cui retorica e decisioni scossero profondamente il tessuto sociale della città. Le sue spoglie, riposanti nel cimitero monumentale di Bonaria, sono un muto testimone di un'epoca di grandi cambiamenti e di altrettante sfide, un promemoria dell'eredità complessa che ogni figura pubblica lascia dietro di sé.