Craxi non era un politico qualunque. Con lui alla guida del Partito Socialista Italiano (PSI), questo partito minore e in ombra riuscì a ritagliarsi un ruolo centrale nella politica italiana. Fino agli anni '80, il PSI era sempre stato alleato subalterno della Democrazia Cristiana. Ma con Craxi le cose cambiarono: lui puntava in alto, voleva che il PSI fosse protagonista, non semplice comprimario.
Fu abile nel tessere alleanze strategiche, soprattutto con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che lo nominò Presidente del Consiglio nel 1983. Una mossa che, all’epoca, sembrò audace: per la prima volta un socialista sedeva a Palazzo Chigi, in un Paese storicamente dominato dai democristiani.
Il governo Craxi fu caratterizzato da importanti riforme economiche e sociali.
Tra queste, la più famosa è probabilmente la riforma del sistema pensionistico, che innalzò l’età pensionabile e introdusse una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro. Ma il vero segno distintivo di Craxi fu la gestione dell’inflazione, che a inizio anni '80 era galoppante. Grazie alla sua politica economica, l’inflazione fu gradualmente abbattuta, permettendo all’Italia di godere di un periodo di crescita economica che la riportò tra le principali potenze industriali europee.
Un altro aspetto rilevante della sua azione fu la modernizzazione della politica estera. Craxi rivendicò con forza un ruolo più autonomo per l’Italia nello scacchiere internazionale, scontrandosi spesso con gli Stati Uniti. L’episodio più famoso fu la crisi di Sigonella del 1985, quando Craxi rifiutò di consegnare agli americani i terroristi che avevano dirottato la nave Achille Lauro. La sua fermezza in quella crisi gli guadagnò rispetto, ma anche l’ostilità di molti alleati internazionali.
Craxi era un leader dal carisma innegabile, ma anche estremamente divisivo. Amava i gesti forti e le parole che non lasciavano spazio a compromessi. Per questo si scontrava spesso con i sindacati, in particolare durante lo scontro con i lavoratori della Fiat e la grande vertenza sulla scala mobile. Si racconta che durante un acceso dibattito parlamentare, un deputato lo accusò di essere un "uomo solo al comando". Craxi, con il suo solito tono provocatorio, rispose: "Meglio soli, ma con una visione chiara, che accompagnati dall’indecisione." La sua visione era quella di un’Italia che puntava in alto, forte e moderna, anche a costo di scontrarsi con i poteri consolidati.
Ma, come spesso accade ai leader troppo ambiziosi, anche la parabola di Craxi ebbe un epilogo drammatico. L’uomo che aveva portato il socialismo al potere in Italia si trovò invischiato nel sistema di corruzione che emergeva con le inchieste di Tangentopoli. Craxi, simbolo di quel sistema, fu travolto dalle accuse, e nel 1994 si rifugiò in Tunisia per evitare l’arresto. Lì visse gli ultimi anni della sua vita, difendendo fino all’ultimo il suo operato e negando qualsiasi responsabilità diretta nello scandalo. Morì nel 2000, esiliato, ma non dimenticato.
Bettino Craxi resta una delle figure più controverse della storia italiana. Da un lato, fu l’artefice di una modernizzazione politica ed economica che ha segnato un'epoca; dall’altro, il suo nome è legato indissolubilmente alla corruzione della Prima Repubblica. Ancora oggi, molti lo considerano una vittima sacrificale di un sistema che lui stesso aveva contribuito a creare, mentre altri lo vedono come l’incarnazione della decadenza morale della classe politica italiana.
La storia di Bettino Craxi non può essere ignorata, perché segna uno snodo fondamentale nella politica italiana degli anni '80 e '90. Ma ora il viaggio continua, e nel prossimo episodio torneremo all'epoca in cui la transizione verso la Seconda Repubblica si fa ancora più tumultuosa. Dopo Craxi, infatti, sarà Silvio Berlusconi a prendere la scena e rivoluzionare la politica italiana come nessuno prima di lui. Berlusconi non è un politico di professione, ma un imprenditore che farà della comunicazione e del carisma la sua arma principale. Ma le sue prime esperienze di governo non saranno senza ostacoli... Preparatevi, perché la Seconda Repubblica sta per cominciare.