Energia rinnovabile in Sardegna e impatti sul territorio: il punto di vista dei botanici sardi per una pianificazione con dati oggettivi ed esaustivi

  L’Italia, come tutti gli altri Paesi contraenti, si è impegnata a diminuire drasticamente l’utilizzo delle tradizionali fonti fossili di produzione energetica in favore di quelle rinnovabili. Dal 2003, con il Decreto Legislativo 29 dicembre n. 387, definisce le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti. Tuttavia, il numero forse spropositato di progetti per impianti fotovoltaici ed eolici in fase di attuazione o approvazione sta mobilitando un numero sempre crescente di cittadini sardi, spesso contrari a quel che si ritiene un deturpamento del paesaggio e, più in generale, un impoverimento del territorio. Così come in tante altre occasioni, La “Società Botanica Italiana - Onlus” (SBI), in qualità di associazione scientifica, costituita da persone interessate a promuovere il progresso e la diffusione della cultura e delle scienze botaniche e delle loro applicazioni, non ha il compito di interferire nelle manifestazioni popolari, già tutelate dall’articolo 17 della nostra Costituzione, ma di supportare, attraverso i dati scaturiti dalla ricerca scientifica, le amministrazioni, le associazioni e i cittadini interessati, nel completo rispetto delle regole stabilite dalla legge. I botanici sardi, si rendono dunque disponibili al dialogo e alla condivisione dei dati in loro possesso, relativi ai vari elementi del paesaggio che, a loro modo di vedere, dovrebbero essere considerati nei processi di pianificazione paesaggistica regionale e di valutazione ambientale.

  Pur ricordando la mancanza di una legge di tutela della flora sarda, esistono comunque alcuni strumenti già in essere che dovrebbero essere aggiornati e integrati per renderli più efficaci. Tra gli elementi maggiormente degni di nota, si menziona la necessità di monitoraggio e implementazione dei dati relativi agli habitat e le specie inserite nella Direttiva 92/43/CEE, degli alberi monumentali e delle specie minacciate e/o di particolare interesse fitogeografico, anche in territori attualmente non tutelati. A questi, vanno accompagnati i principali obblighi che derivano dal Decreto Legislativo n.230 del 2017 di adeguamento al regolamento UE n.1143 del 2014 in tema di introduzione e gestione delle specie invasive, quali Acacia saligna o Ailanthus altissima. Entrambe le piante sono specie alloctone invasive di rilevanza unionale, i cui effetti negativi sulla biodiversità, sulla salute umana e l’economia, sono considerati tali da richiedere un intervento dell’Unione Europea. Si menziona, a tal proposito, la recente manifestazione in agro di Selargius per evidenziare come, a nostro avviso, l’utilizzo di tali specie aliene proposto alla stregua di altre piante coltivate e spontanee debba essere rivalutato, in quanto riteniamo che, nell’ambito di queste manifestazioni, le finalità di riappropriazione e tutela dei territori sono, a nostro modo di vedere, raggiungibili valorizzando le risorse botaniche autoctone e coltivate locali, anziché facendo ricorso a specie esotiche e per di più spiccatamente invasive.

  Considerando impellente l’aggiornamento delle conoscenze sulla distribuzione e tutela dei numerosi elementi vegetali e ambientali, rinnoviamo, in conclusione, l’impegno a cercare di rendere più efficace e condivisa la pianificazione del territorio sardo e, più nello specifico, a dare il nostro contributo per una corretta individuazione delle aree idonee per le rinnovabili, anche alla luce della biodiversità vegetale presente sul territorio regionale, spesso sottovalutata in numerose procedure autorizzative per impianti energetici da fonti rinnovabili. Il Direttivo della sezione sarda Società Botanica Italiana

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