La madre del "woke" contro il suo popolo: l'assurdo cortocircuito dell'Occidente

  Oggi assistiamo a uno dei paradossi più stridenti dell'Occidente: quello di studenti universitari, paladini di ogni causa progressista, che si inginocchiano, fisicamente o metaforicamente, davanti a ideologie che rappresentano tutto ciò contro cui hanno sempre combattuto.

  È il caso di alcuni studenti della UCLA, noto baluardo dell'ideologia woke e gender fluid, che ora si trovano a sostenere il gruppo Hamas, notoriamente designato come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e da molti altri paesi. Questi giovani, fino a ieri voci attive per i diritti LGBTQ+ e sostenitori della rivoluzione verde, oggi si trovano a pregare Allah e a sposare la causa palestinese in nome di una lotta contro il cosiddetto "regime sionista".

  Non si tratta di una conversione di massa, ma di un'adozione di posizioni che supportano un'organizzazione che non ha mai nascosto le sue intenzioni verso Israele e l'Occidente stesso. E mentre università come Harvard, Yale e Columbia si uniscono a questa intifada accademica, in Italia la stessa onda si è scontrata contro la realtà storica del brutale massacro che il 7 ottobre ha visto la morte di 1.200 israeliani. In questo scenario, emergono figure come Patrick Zaki e Judith Butler, che pur avendo subito o studiato la persecuzione e il genocidio, ora si ritrovano a sostenere una narrazione che facilmente sfocia in antisemitismo, come mostrano recenti studi.

  Il caso di Judith Butler è particolarmente emblematico. Professoressa all'Università di Berkeley, lungamente impegnata nella lotta per i diritti di omosessuali e transessuali, ora appoggia un gruppo che, contrariamente ai valori che dice di rappresentare, ha una storia di violenze e discriminazioni, specialmente contro le donne e le minoranze. Questi atteggiamenti rappresentano un pericoloso cortocircuito per l'Occidente, un autolesionismo che va ben oltre il semplice dibattito accademico, e che rischia di minare le fondamenta stesse dei valori su cui si fonda la nostra società. La contraddizione è palese: come possono i sostenitori delle libertà individuali e della giustizia sociale appoggiare una formazione che nega tali diritti fondamentali? La risposta a questa domanda è qualcosa che l'Occidente deve affrontare con urgenza, per non ritrovarsi a perdere non solo la sua integrità morale, ma anche la sua sicurezza.

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