Tra gli anni '50 e '60, Luciano Lutring era uno dei criminali più ricercati d'Europa. La sua fama lo precedeva, tanto da essere conosciuto con il soprannome di "Solista del Mitra", per via del suo singolare vezzo di nascondere il fucile mitragliatore all'interno di una custodia da violino. Un tocco teatrale, che contribuì a cementare il suo status di bandito dal fascino quasi cinematografico.
I suoi racconti sono spesso pieni di un’ironia beffarda, che lo rendeva un personaggio complesso, capace di intrattenere persino chi lo cercava.
Celebre è l’aneddoto in cui si ritrovò a mangiare in un ristorante francese accanto al commissario che lo stava braccando. Oppure, quello in cui descrive la sua prima rapina con tono quasi divertito: "Mia zia mi chiese di andare a pagare una bolletta alle Poste. L'impiegato era lento e, nel colpire il bancone per impazienza, la mia finta pistola si intravide sotto la cintura. Lui credette fosse una rapina e mi consegnò i soldi. Pensai, 'È così facile?' e me ne andai con il bottino".
Nonostante la sua carriera criminale, che lo portò a trascorrere molti anni dietro le sbarre, Lutring era rispettato per il suo codice etico. Fu graziato due volte, sia dallo Stato francese che da quello italiano, segno della complessità del personaggio: non solo un bandito, ma un uomo che ispirava rispetto anche tra le autorità.
Negli ultimi anni della sua vita, si stabilì sul Lago Maggiore, dove si reinventò come scrittore e pittore, mettendo il suo passato alle spalle. Morì il 13 maggio, all'età di 75 anni, lasciando dietro di sé una leggenda fatta di rapine, fughe, e racconti ironici.