Destra e Sinistra: L’Italia attraverso i Secoli

Il decennio del trasformismo: Quando la politica italiana diventò fluida

  Nell’Italia post-unitaria, il decennio successivo al 1876 segna un capitolo cruciale nella storia politica del Paese, un periodo in cui i confini tra destra e sinistra si fecero sempre più labili, dando origine a un fenomeno destinato a lasciare un’impronta indelebile: il trasformismo. Questo termine, che potrebbe sembrare tecnico, nasconde in realtà la natura camaleontica della politica italiana di quel tempo, un’epoca in cui i principi e le ideologie spesso venivano sacrificati sull’altare della stabilità governativa. Nel 1876, la Sinistra Storica, guidata da Agostino Depretis, salì al potere, ponendo fine a quasi vent’anni di governo della Destra Storica. Depretis, un abile politico di origini lombarde, incarnava un nuovo approccio alla gestione dello Stato. La sua ascesa segnò non solo un cambio di governo, ma anche un mutamento nei modi e nei fini della politica italiana. La Sinistra, che fino ad allora aveva rappresentato l’istanza di cambiamento e progressismo, si trovò improvvisamente a dover gestire il potere, con tutte le complessità e le responsabilità che ciò comportava. E fu proprio in questo contesto che Depretis introdusse il trasformismo, una strategia che mirava a garantire la stabilità governativa attraverso la cooptazione di esponenti della Destra nelle file della maggioranza. 

  Il trasformismo, nella sua essenza, consisteva nel superamento delle rigide divisioni ideologiche tra destra e sinistra a favore di un pragmatismo che privilegiava la continuità del governo. Depretis, infatti, riuscì a convincere molti esponenti della Destra a sostenere il suo governo, promettendo in cambio un’attenzione alle loro istanze e, spesso, posizioni di rilievo all’interno dell’amministrazione pubblica. Se da un lato questa strategia consentì di evitare l’instabilità politica, dall’altro generò un diffuso malcontento. Molti criticarono Depretis per aver tradito gli ideali della Sinistra, diluendo il significato della politica in un compromesso senza principi. Ma il trasformismo, lungi dall’essere un mero espediente tattico, rifletteva una realtà più profonda: la fragilità delle identità politiche in un’Italia ancora alla ricerca di un equilibrio. Il trasformismo non fu privo di conseguenze. Da un lato, garantì al governo di Depretis una certa longevità, permettendo la realizzazione di alcune importanti riforme, come l’allargamento del suffragio elettorale e l’introduzione di un sistema fiscale più equo. Dall’altro, però, minò la fiducia dei cittadini nella politica, alimentando il cinismo e la convinzione che, in fondo, destra e sinistra fossero intercambiabili, interessate più al mantenimento del potere che alla realizzazione di un progetto comune. Questa dinamica di continua negoziazione e compromesso, seppur efficace nel breve termine, contribuì a una lunga tradizione di instabilità e di crisi di identità che avrebbe caratterizzato la politica italiana per molti decenni a venire. Il trasformismo divenne così sinonimo di opportunismo politico, una pratica che, pur cambiando nelle forme, avrebbe continuato a manifestarsi in varie fasi della storia italiana. 

  Il decennio del trasformismo ci ricorda che la politica italiana ha sempre avuto una certa propensione a mettere da parte le ideologie in nome del pragmatismo. Questo approccio, che ai tempi di Depretis suscitò forti critiche, si riflette ancora oggi in molte dinamiche politiche, dove i confini tra destra e sinistra sono spesso sfumati e dove il compromesso, più che una necessità, sembra essere diventato una prassi consolidata. Mentre ci immergiamo nelle vicende di quegli anni, non possiamo fare a meno di riconoscere che il trasformismo, con tutte le sue ambiguità, continua a vivere nel DNA della politica italiana, influenzando il modo in cui vengono prese le decisioni e in cui si costruiscono le alleanze. È una lezione di storia che ci invita a riflettere su quanto siamo disposti a sacrificare in nome della stabilità e su cosa significhi, davvero, fare politica in Italia.

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