Nella Nurra il tempo sembra essersi fermato a prima dell’estate. Gli indennizzi promessi dopo mesi di siccità estrema non sono mai arrivati, e il settore agricolo affronta l’inverno senza certezze. Il Centro Studi Agricoli rompe il silenzio con parole dure e precise, affidate al vicepresidente Stefano Ruggiu, che punta il dito contro l’ex assessore regionale all’Agricoltura Gianfranco Satta, accusato di aver lasciato in sospeso l’atto politico essenziale per sbloccare le procedure.
«La situazione degli indennizzi nella Nurra è ormai diventata insostenibile e ciò che sta accadendo è inaccettabile» attacca Ruggiu, denunciando l’assenza delle linee direttive necessarie per avviare i pagamenti alle aziende colpite dalla siccità. «Nonostante richieste, incontri, sollecitazioni e impegni presi pubblicamente – afferma – l’assessore Satta non ha compiuto l’atto politico più urgente e necessario: approvare le linee guida indispensabili per far partire i pagamenti degli indennizzi dovuti per i danni subiti dalle aziende agricole».
La fotografia che arriva dal territorio è cruda: centinaia di imprese senza liquidità, con investimenti fermi e conti che non tornano. «Il risultato è che, ancora oggi, centinaia di imprese della Nurra si trovano bloccate, senza certezze, senza liquidità e senza una data per ricevere ciò che spetta loro di diritto».
Per Ruggiu non si può parlare di semplice ritardo amministrativo. Dietro quei pagamenti mancati c’è la sopravvivenza di aziende familiari già piegate dalla stagione più asciutta degli ultimi anni. «Parliamo di aziende che hanno subito danni gravissimi e che aspettano da mesi. Mentre la politica discute, loro chiudono, licenziano e si indebitano. Non firmare le linee direttive significa aver lasciato il territorio senza alcuna tutela istituzionale, proprio nel momento più critico».
Le dimissioni dell’assessore Satta, arrivate nel pieno della tensione, hanno aggravato il quadro: «Le dimissioni non cancellano le responsabilità. Anzi, le amplificano. L’assessore Satta ha abbandonato la Nurra in uno stato di totale incertezza. Il problema oggi non è solo recuperare i ritardi, ma ricostruire un percorso amministrativo che lui ha interrotto lasciando tutto in sospeso».
Accanto alla denuncia, arriva l’elenco delle richieste indirizzate alla Regione: approvazione immediata delle linee direttive, calendario vincolante dei pagamenti, trasparenza sulle pratiche e coinvolgimento delle associazioni realmente rappresentative del territorio.
Ruggiu chiude con una valutazione che va oltre il merito burocratico. “Gli agricoltori della Nurra – conclude – non possono più essere trattati come un dettaglio politico. Hanno diritto a risposte chiare, atti concreti e rispetto. Il Centro Studi Agricoli continuerà a vigilare e a denunciare tutte le mancanze, perché questa terra merita molto di più di ciò che ha ricevuto fino a oggi”.
E tra gli operatori della zona emerge un sentimento comune: le prime piogge autunnali hanno fatto dimenticare frettolosamente la gravità della crisi idrica. Una rimozione collettiva che non cancella il problema di fondo: i bacini restano ai minimi, le scorte idriche non sono ripristinate e l’emergenza tornerà a presentarsi puntuale in primavera, quando la semina imporrà nuove scelte e nuove spese.
Per le aziende, il tempo degli annunci è scaduto. Quello che manca, ora, sono gli atti. E la Nurra non può permettersi un altro inverno di attese.