Ad Alghero il problema mai risolto del volontariato senza sede deflagra nuovamente. L’associazione ERA, attiva dal 2015 nel settore della protezione civile e del soccorso sanitario, ha avviato in queste ore la vendita dei propri mezzi e delle proprie attrezzature. A comunicarlo è stato direttamente il presidente Pier Davide Secchi con un post pubblicato ieri, domenica 15 giugno, sui social.
Nel messaggio Secchi annuncia: «Con grande dispiacere, purtroppo per la mancanza di spazi, vendiamo ambulanza acquistata recentemente, tagliandata, completa di sedia, barella, spinale adulto, spinale pediatrica…». Seguono i dettagli di quanto messo in vendita: defibrillatori nuovi mai utilizzati, barelle spinali adulte e pediatriche, manichini per l’addestramento, aspiratori, gruppi elettrogeni mai aperti, borse complete di presidi sanitari, attrezzature per il monitoraggio dei parametri vitali. Tutto acquistato negli anni dall’associazione grazie ai sacrifici personali dei volontari.
Il problema non nasce oggi. Era già stato denunciato pubblicamente lo scorso febbraio dallo stesso presidente Secchi, che ricordava come l'associazione, pur iscritta al registro regionale con qualifiche operative su radiocomunicazioni, antincendio, soccorso sanitario, ambientale e zoofilo, sia dal 2015 in attesa di una sede stabile. Negli anni, nonostante l’impegno in molteplici emergenze locali e nazionali — dal terremoto di Preci nel 2015, al Covid, fino alle ultime campagne AIB e agli eventi pubblici più rilevanti di Alghero e provincia — ERA non ha mai ottenuto dal Comune uno stabile adeguato per ricoverare mezzi e attrezzature.
Per questo il consigliere comunale della Lega, Michele Pais, ha lanciato un allarme politico: «Un patrimonio sociale, sanitario e civile rischia di scomparire nel silenzio se non si interverrà immediatamente. L’associazione ERA è costretta a valutare la vendita dei propri mezzi e la cessazione delle attività perché il Comune non riesce a trovare uno stabile dove collocarla». Pais aveva chiesto un intervento rapido da parte dell’amministrazione e proposto l’elaborazione di un “Master Plan del volontariato” per dare finalmente una soluzione organica al settore. «Il Comune non può più tergiversare. ERA rappresenta un patrimonio per la città, un punto di riferimento per la Protezione Civile e per la sanità volontaria. Non possiamo assistere inerti allo smantellamento di anni di sacrifici di questi volontari. Serve un intervento immediato. Le promesse devono diventare fatti. Chi oggi governa la città si assuma la responsabilità di dare una soluzione definitiva».
Così, mentre i volontari vendono ciò che resta delle loro dotazioni operative, la politica — dopo anni di promesse e appelli — è chiamata ancora una volta a dare risposte che da quasi un decennio mancano.