Alghero, il campo boe accende lo scontro - Michele Pais (Lega): “Opera inutile e dannosa, solo per incassare i fondi”

Ad Alghero il dibattito sul campo boe nella Rada si fa ogni giorno più aspro. Mentre i lavori per l’installazione delle boe proseguono a tappe forzate, il consigliere comunale della Lega Michele Pais attacca con parole durissime le scelte del Parco di Porto Conte e dell’amministrazione comunale, accusati di voler sacrificare la città sull’altare dei finanziamenti europei.

«Mentre la città protesta, mentre la comunità algherese ha espresso in ogni sede la propria contrarietà, si va avanti a testa bassa con il campo boe nella Rada di Alghero», denuncia Pais. «È ormai chiaro: l’unico vero motivo di questa corsa affannosa è ottenere il finanziamento europeo da 2 milioni di euro. Nessuna evidenza scientifica, nessuna reale necessità ambientale. Solo logiche rovesciate, tese allo sperpero di denaro pubblico per un’opera inutile e dannosa».

A sostegno delle sue accuse, il consigliere porta anche prove visive: «A dimostrazione plastica di quanto sta accadendo basta guardare la foto che allego: decine di boe già acquistate, stoccate e pronte per essere installate, in barba alla volontà dei cittadini e all’assenza di qualsiasi relazione tecnico-scientifica che ne giustifichi l’urgenza. Si sta procedendo con il posizionamento entro il 30 giugno, non per salvare la posidonia o l’ambiente, ma unicamente per incassare il finanziamento. Un capovolgimento totale della logica amministrativa e ambientale».

Pais sottolinea l’assenza di qualsiasi validazione scientifica indipendente: «Nessun ente scientifico qualificato, come l’Università di Sassari, ha mai validato il progetto né partecipato alla sua progettazione. Lo studio universitario commissionato dal Parco parla sì di impatti correlati dell’ancoraggio, ma come una delle molteplici cause che incidono sulla posidonia, senza attribuire alcuna responsabilità esclusiva al diporto. Eppure si va avanti come se ci fosse una sentenza scientifica, quando invece si tratta solo di propaganda per giustificare un’opera utile solo a incassare soldi pubblici».

E rincara la dose: «La prova è che né il Parco, né l'amministrazione comunale hanno risposto alla mia interrogazione. Evidentemente si vuole nascondere la verità che, comunque, verrà a galla».

Non manca un avvertimento su possibili forzature future: «Temo che, una volta posizionate le boe, si tenterà di eludere i vincoli stringenti previsti dal progetto, rinviandone l’entrata in funzione. Una manovra che sarebbe gravissima, scorretta dal punto di vista amministrativo e potenzialmente foriera di responsabilità ben più gravi per chi l’autorizzasse».

Poi l’accusa alla politica che ha scelto, secondo Pais, la via del silenzio: «La responsabilità è di chi ha preferito non vedere, non ascoltare, non agire. La città chiedeva una rimodulazione, una revisione del progetto, ancora possibile. Invece, per motivi ideologici o per complicità politica, si è scelto il silenzio e la sottomissione a logiche burocratiche assurde, mettendo a rischio l’intero settore nautico locale».

Il consigliere chiude con un impegno preciso: «Farò tutto ciò che è in mio potere per impedire che il campo boe entri in funzione. Chiederò conto, in ogni sede, di queste decisioni e di chi se ne è assunto la responsabilità. Alghero non può essere sacrificata per l’ennesimo spreco di fondi pubblici. I cittadini meritano rispetto, non imposizioni».

Dietro la polemica resta il dato di fondo: una città spaccata, un progetto contestato e due milioni di euro che, per qualcuno, sembrano pesare più del consenso popolare.

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