Damaschi degni di rivoluzionari consapevoli, qui si erge non una semplice presidente, ma una guida, una visionaria, la signora Alessandra Todde, che oggi si è rivolta al Consiglio Regionale con una dichiarazione programmatica che non è altro che un vero e proprio manifesto politico, un grido di battaglia per un cambiamento radicale e al contempo pacifico della Sardegna.
La Todde, la prima donna a ricoprire questa carica nella nostra Regione Autonoma, non si limita a rappresentare un simbolo storico di conquista femminile, ma si presenta come il baluardo di un rinnovamento profondo, custode di un'ambizione che vuole tradursi in azione concreta.
La campagna elettorale è terminata, le promesse si sono trasformate in responsabilità gravose, e la Presidente si impegna a governare non solo per chi l'ha sostenuta, ma per l'intero popolo sardo, inclusi coloro che hanno scelto di disertare le urne. È un impegno solenne, che rispecchia una democrazia matura e inclusiva, promettendo di elevare ogni singola voce sarda.
E quali sono le direttrici di questa nuova amministrazione? Innovazione, inclusione sociale, sostenibilità ambientale, e un’attenzione particolare alla sanità, fondamentale in un'epoca ancora segnata dalla pandemia. Le proposte di riforma del sistema sanitario sardo mirano a un'assistenza più capillare e integrata, che valorizzi le nuove tecnologie e risponda con efficienza alle esigenze della popolazione.
Nell'ambito delle politiche sociali, si parla di un rinnovamento radicale, che spazia dalla lotta alla povertà all'investimento in programmi di inclusione e supporto per le fasce più vulnerabili. È chiaro il messaggio: essere poveri non è una colpa, ma una condizione da cui liberarsi attraverso il sostegno attivo delle istituzioni.
Sul fronte del lavoro, la Todde promette di ridisegnare il tessuto economico dell'isola, puntando su una piena occupazione che sia dignitosa e inclusiva, valorizzando le risorse umane locali e combattendo la precarietà.
L'economia sarda deve diventare un modello di resilienza e innovazione, capace di attirare investimenti e di promuovere lo sviluppo sostenibile.
In tema di cultura e istruzione, il programma propone una vera e propria rivoluzione, sostenendo che la cultura non deve essere vista solo come eredità, ma come motore propulsivo di cambiamento sociale ed economico. È essenziale promuovere un'istruzione che sia in grado di rispondere alle sfide globali, preparando i giovani sardi a diventare cittadini del mondo, consapevoli e competenti.
E infine, il governo del territorio, pilastro della strategia di Todde, mira a un'integrazione completa delle politiche ambientali, di mobilità e urbanistiche, in modo da rendere la Sardegna un modello di sostenibilità e vivibilità. È un'ambizione che intende coniugare crescita e rispetto dell'ecosistema, promuovendo un'urbanistica attenta e rispettosa del paesaggio unico dell'isola.
Queste dichiarazioni non sono semplici linee guida, ma veri e propri atti di fede verso una Sardegna rinnovata, dove l'integrazione e la collaborazione tra tutti i settori della società saranno i veri protagonisti. È una promessa di un futuro in cui ogni sardo possa trovare la propria collocazione in una comunità solidale e prospera.
La Presidente Todde, con la sua visione e il suo coraggio, ci invita a credere in un progetto di vasto respiro, che sappia guardare oltre le sfide del presente per costruire una Sardegna che sia esempio di modernità e inclusione. Ci invita a partecipare, a essere protagonisti di questo nuovo capitolo della nostra storia.
Il cammino è tracciato. L'azione, come richiama la stessa Todde, è ora. E la responsabilità, quella di trasformare l'autonomia in un motore di crescita vera e propria, non è più un'opzione, ma una necessità. Siamo di fronte a una rivoluzione, tranquilla ma totalizzante, che può segnare una nuova, grande stagione per la Sardegna.