Alessandra Todde non si è affacciata alla finestra della politica sarda per ammirare il panorama. È entrata a gamba tesa, con l'intenzione chiara di rimodellare il tessuto politico dell'isola. "Essere la prima donna presidente della Regione è un fatto storico, e lo è soprattutto perché anche qui da noi, da ora in avanti, questa potrà essere considerata una conquista di civiltà acquisita e non più come un evento eccezionale".
Parole che, in un mondo ideale, dovrebbero essere ovvie, ma che nel contesto attuale suonano quasi rivoluzionarie.
Durante il suo primo discorso programmatico, ha tracciato un confine netto tra la sua amministrazione e quelle passate: vuole essere la presidente di tutti i sardi, compresi i non votanti e i detrattori. Un'intenzione lodevole, se sarà seguita dai fatti. Todde ha promesso di guidare con "passione, integrità e trasparenza" — principi tanto decantati quanto raramente incarnati pienamente nella prassi politica italiana.
L'obiettivo dichiarato è alto: "Il nostro unico obiettivo sarà di perseguire l'interesse del popolo sardo".
Bene, ma come? Creando opportunità di lavoro dignitoso, elevando il livello dell'istruzione, custodendo la cultura e le tradizioni sarde, proteggendo la salute e l'integrità del territorio. Un menu impegnativo, che potrebbe facilmente indigestire a una meno capace.
Ma la Todde non sembra intimorita. Si affida a una squadra descritta non solo come qualificata, ma innamorata della Sardegna, pronta a "spendere il loro sapere e le loro energie per il bene comune". Una dichiarazione che evoca più una carica romantica che una strategia politica. Sarà sufficiente per affrontare le sfide concrete che attendono la sua amministrazione?
"La campagna elettorale è finita... voglio sempre e solo confrontarmi. In modo leale e costruttivo".
Parole rassicuranti, certo, ma che devono ora trasformarsi in azioni concrete. Le sfide economiche e sociali non mancano e le buone intenzioni devono rapidamente cedere il passo a politiche efficaci. La Todde si è caricata sulle spalle un compito titanico. Sarà in grado di onorare le sue promesse? O si perderà nel mare magnum della burocrazia e dei compromessi? Starà a lei e alla sua squadra dimostrarlo. E noi saremo qui a guardare, a giudicare, e, si spera, a riconoscere i successi, se e quando arriveranno.
Per ora, applaudiamo l'audacia e la novità, ma teniamo le ovazioni fino a quando i risultati non saranno solidi e visibili. In politica, come nella vita, gli atti valgono più delle parole, e la Todde ha ora l'opportunità di scrivere la sua storia in termini indelebili.