C’è una parola che ricorre più delle altre, nelle ore successive all’approvazione della proposta di legge n. 170: disparità. È attorno a questo nodo che si è aperta la protesta dei tecnici inseriti nelle graduatorie dei concorsi Laore, rimasti esclusi dalla proroga concessa invece ai profili amministrativi.
Il provvedimento licenziato dal Consiglio regionale ha infatti esteso la validità delle graduatorie limitatamente agli assistenti e ai collaboratori amministrativi, lasciando fuori periti elettrotecnici e meccanici, geometri e ingegneri. Figure che, nei fatti, rappresentano una parte essenziale dell’ossatura tecnica degli enti locali e regionali.
Una scelta che ha spiazzato i diretti interessati, anche perché – ricordano dal Comitato – fino a poche settimane fa erano sul tavolo le proposte di legge n. 142 e 167, che prevedevano una proroga complessiva per tutte le figure professionali ancora presenti nelle graduatorie Laore. Testi mai arrivati al voto, sostituiti da una norma che ha ristretto il perimetro degli aventi diritto.
«Non si comprende la logica dietro questa discriminazione operata dal Consiglio Regionale», dichiara Massimiliano Roggio, presidente del Comitato dei periti dei concorsi Laore. «Perché tutelare solo i profili amministrativi, che tra l’altro dispongono di altre graduatorie attive come quelle Ares, e ignorare i tecnici che sono fondamentali per l'operatività degli enti?».
Il punto, sottolineano i rappresentanti dei tecnici, non è soltanto occupazionale. È strutturale. «Il problema non riguarda solo il futuro lavorativo degli idonei, ma l’efficienza stessa della Pubblica Amministrazione. Molte figure tecniche presenti nelle graduatorie Laore rappresentano l'unico bacino di reclutamento ancora valido e disponibile in Sardegna», conclude l’ingegner Roberto Murrau.
Un dato che chi lavora negli enti locali conosce bene. Negli anni, numerosi Comuni e Province hanno attinto proprio da queste graduatorie per coprire ruoli chiave nella gestione dei cantieri, nella sicurezza, nella progettazione e nell’attuazione degli interventi legati ai fondi PNRR. Bloccarne lo scorrimento significa, di fatto, lasciare gli enti senza strumenti immediati.
«Tantissimi enti locali hanno già attinto con successo a queste liste in passato», prosegue Roggio. «Senza una proroga, i comuni e le province si troveranno nell'impossibilità di scorrere le uniche graduatorie utili per assumere periti e ingegneri, figure indispensabili per la gestione dei cantieri, della sicurezza e dei fondi PNRR. Chiediamo che si intervenga immediatamente per sanare questa disparità».
La richiesta è netta: un intervento politico rapido, attraverso un emendamento o un provvedimento urgente, che recuperi lo spirito delle proposte di legge rimaste nel cassetto e ristabilisca un principio di equità tra profili amministrativi e tecnici.
In caso contrario, avvertono i firmatari della nota, il rischio non è solo quello di una disparità di trattamento difficilmente giustificabile, ma la dispersione di competenze preziose, con l’effetto paradossale di costringere la Sardegna a bandire nuovi concorsi, più costosi e più lenti. Un lusso che, oggi, la macchina pubblica regionale non sembra potersi permettere. La palla, ora, torna alla politica.