Sciopero generale a Cagliari con la partecipazione di oltre 5.000 persone per le strade cittadine. Una manifestazione per l’aggravarsi della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, unito alla “continua rapina di territorio Palestinese al fine di annettere la Cisgiordania”. Massiccia la partecipazione da parte dei vari organismi preposti ad offrire un servizio pubblico, compresa la sanità. Non ci sono state grosse difficoltà nella gestione di una giornata intensa, al contrario di altre città italiane dove si sono verificati incidenti come a Napoli, con i manifestanti che hanno bloccato la stazione Centrale o a Roma dove hanno lanciato uova e altri generi di oggetti verso l’ingresso del provveditorato agli studi. La goccia è stata il blocco totale da parte dell’esercito israeliano degli arrivi umanitari destinati alla popolazione stremata, che ha già causato un elevato numero di morti per fame, oltre a migliaia di morti tra civili, bambini, donne, giornalisti e operatori sanitari. Le gravi minacce di attacco da parte del Governo israeliano contro le navi della missione umanitaria mondiale “Global Sumud Flotilla”, che vede la partecipazione di cittadini, lavoratori e sindacalisti italiani. Questo tentativo mira a impedire l’arrivo di derrate alimentari di prima necessità ai palestinesi di Gaza, prefigurando una “vera e propria guerra di aggressione anche nei confronti di cittadini italiani”. Il rischio concreto di attacco alle navi della Flotilla da parte delle forze armate israeliane, un rischio avvalorato da due precedenti attacchi con droni a navi ormeggiate in Tunisia. L’inerzia del Governo italiano e dell’Unione Europea nel respingere le gravi affermazioni dei ministri israeliani che hanno equiparato gli equipaggi della GSF a terroristi. L’indisponibilità dell’Unione Europea e del Governo italiano a imporre sanzioni adeguate alla gravità della situazione e a interrompere ogni relazione istituzionale, economica, scientifica e politica con lo stato di Israele.