La conferma è arrivata: gli Stati Uniti manterranno i dazi del 15% sulle produzioni agroalimentari del Made in Italy. Nel mirino finiscono anche i settori di punta della Sardegna: il vino e soprattutto il pecorino romano, per un giro d’affari verso il mercato americano che vale circa 200 milioni di euro.
«Non è certo una buona notizia, perché a pagarne le conseguenze saranno le nostre produzioni di eccellenza», dichiara il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras. Ma non c’è spazio per il pessimismo: «Pecorino romano e vino regionale sono comunque comparti solidi, che hanno saputo consolidare posizioni di mercato importanti in Nord America e hanno tutte le energie necessarie per affrontare emergenze come questa».
Il rischio, avverte Taras, è un altro: «Bisogna evitare che si alimentino timori e speculazioni, capaci di rendere questo passaggio ancora più gravoso e pericoloso».
Da qui la richiesta al governo, chiamato a far valere le ragioni delle produzioni sarde nelle sedi comunitarie: «Come spesso accade nelle trattative commerciali – conclude Taras – tutte le possibilità di nuove rinegoziazioni sono aperte. Ed è qui che insistiamo che il governo intervenga per tutelare le nostre economie in sede Ue».
Il pecorino romano resiste, ma la battaglia si sposta a Bruxelles.