Il 29 giugno Cagliari ospiterà un evento regionale per la pace promosso dal nuovo comitato informale “Insieme per la Pace disarmata”. Le organizzazioni promotrici – tra cui ANPI, ARCI Sardegna, ISDE Sardegna, CSS, Cobas Scuola Sardegna, Movimento Nonviolento Sardegna, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista Sardegna, Sardigna Natzione Indipendentzia, Sardegna Possibile, Sardigna Libera, Sa Defenza, Italia Nostra Sardegna, Odv Consultiamoci, Rete Warfree, Tavola Sarda della Pace – annunciano un’assemblea pubblica al Teatro Sant’Eulalia (con possibile estensione al Teatro del Sale in via Falzarego) dalle 9.30 alle 13, seguita da un’iniziativa artistica all’aperto dalle 18 alle 22.
Il documento fondativo del comitato richiama l’articolo 11 della Costituzione e definisce la guerra “un crimine contro l’umanità”. “Rispetto ad ogni guerra, e ad ogni atto di violenza, stiamo sempre dalla parte delle vittime”, si legge nel testo. Il comitato si dice contrario a “ogni piano di riarmo europeo o nazionale” e denuncia la crescente commistione tra attività civili e presenze militari. “La produzione di armi segue le leggi del mercato, perciò più armi si producono, più verranno utilizzate, in maniera da poterne produrre ancora e ancora”.
Viene chiesto il ripristino della funzione originaria dell’ONU, “senza posizioni dominanti per nessuno”, e la riconversione civile della RWM Italia S.p.a., fabbrica bellica del gruppo tedesco Rheinmetall, attualmente operativa tra Iglesias e Domusnovas. “Ci opponiamo all’uso del territorio della Sardegna a fini di addestramento militare e di sperimentazione di nuove tecnologie belliche”, si legge ancora nel testo.
La denuncia non risparmia l’ingerenza militare nel sistema educativo, né la “pervicace propaganda bellica nelle scuole, università e iniziative culturali, sanitarie, sportive”.
Il comitato afferma che “la pace si costruisce con l’impegno quotidiano di cittadini, istituzioni, corpi intermedi” e punta a “una cultura della nonviolenza attiva, capace di trasformare i conflitti, superare il mito del nemico e promuovere un’economia pacifica e sostenibile che difenda salute, ambiente e tradizioni”.
Arnaldo Scarpa, tra i promotori, ha formalizzato l’invio del documento approvato il 17 giugno. Nessuna bandiera, dicono, ma una piattaforma unitaria e civile per dire no alla guerra, senza proclami né partigianerie.