Finalmente i Castells ad Alghero: venticinque anni dopo, la città ritrova le sue torri umane

ALGHERO – A volte ritornano. E quando lo fanno, lo fanno in grande. Dopo un quarto di secolo di silenzio, le torri umane più suggestive della cultura catalana – i castells – tornano a ergersi nel cielo di Alghero grazie alla tenacia della Colla Castellera “Los Mataresos de l’Alguer”, che riaccende una fiamma culturale sopita dal lontano 2000, quando in città si esibirono i Marrecs de Salt, e ancor prima nel 1978 con i celebri Castellers de Vilafranca.

Questa volta, però, non sarà una semplice visita. Il progetto “Castells ad Alghero”, frutto di un lungo lavoro di cooperazione tra i Mataresos e due colles catalane – i Castellers de Sants di Barcellona (i leggendari Borinots) e i Xics de Granollers – promette di diventare qualcosa di più: un ponte stabile tra Alghero e il mondo catalano, una rinascita della tradizione casteller in terra sarda.

Il progetto è nato lo scorso ottobre in occasione del prestigioso Concorso dei Castells di Tarragona, dove i Mataresos hanno stretto un patto d’amicizia e collaborazione con i Borinots, una delle formazioni più forti e rispettate della Catalogna. Da qui l’idea: riportare le torri umane ad Alghero e farlo due volte all’anno, in occasione dei Focs de Sant Joan a giugno e delle festività di Sant Miquel a settembre.

Il primo appuntamento è ormai alle porte. Sabato 21 giugno i Mataresos saranno a Barcellona, dove parteciperanno a un allenamento congiunto sul lungomare con i Castellers de Sants a partire dalle 17:30. Ma il momento clou si svolgerà ad Alghero il giorno seguente: domenica 22 giugno, dalle 17:00, un’esibizione itinerante per le vie del centro storico, tra piazza Sulis, Muralla e i vicoli dell’Alguer Vella, con l’inconfondibile accompagnamento musicale di gralles e tamburi.

Lunedì 23 giugno, invece, sarà il tempo della cerimonia della Fiamma del Canigó. Alle ore 10, i castellers, assieme alle autorità e alle associazioni cittadine, parteciperanno all’arrivo della fiamma simbolo dell’unità dei Paesi Catalani. Il passaggio del fuoco dalle mani dei più giovani castellers catalani a quelli algheresi sarà il momento più carico di significato: un gesto semplice, ma potente, che racconta il tramando della cultura, della lingua e dell’identità tra generazioni e territori uniti da un’antica radice.

E poi la sera, la vigilia di Sant Joan, con un’altra sfilata in cercavila, ancora una volta per le vie dell’Alguer Vella, fino al porto. Qui, insieme, i Mataresos e i Borinots costruiranno un castell de germanor, una torre simbolo di fratellanza, prima di unirsi alla processione che culminerà con l’accensione dei fuochi sulla spiaggia.

Il tutto è parte integrante del programma Focs de Sant Joan 2025, organizzato dalla ProLoco Riviera del Corallo con il sostegno della Regione Sardegna, della Fondazione Alghero, del Comune di Alghero e della Delegazione della Generalitat de Catalunya.

Per i Mataresos, non si tratta di un evento isolato, ma dell’inizio di una tradizione da rinnovare ogni anno, per fare di Alghero un punto di riferimento internazionale della cultura casteller. L'obiettivo è anche e soprattutto rafforzare il legame culturale con la Catalogna, valorizzare la lingua algherese e coinvolgere sempre più giovani in un'esperienza di gruppo, identità e crescita personale.

Chi vuole conoscere questo mondo affascinante, chi vuole salire sulle spalle della storia per guardare più lontano, ci contatti. Le porte della colla sono sempre aperte”, è l’invito dei Mataresos, che sui social e via email (mataresosdelalguer@gmail.com) raccolgono già nuove adesioni.

Alghero ritrova i suoi castells. E forse, nel farlo, ritrova anche una parte di sé.

Cronaca